In 60 al Valtellina Extreme Brevet proposto dall’US Bormiese
I ciclisti hanno toccato tutti i principali e mitici passi alpini.
Il Valtellina Extreme Brevet proposto dall’US Bormiese nel week end appena trascorso ha portato in Alta Valle circa 60 partecipanti, che hanno voluto mettersi alla prova in uno o più degli itinerari proposti secondo la formula dei randonneurs: cronoprogramma del tutto personalizzato e nessuna condizione se non quella di percorrere il proprio brevetto entro un certo arco di tempo. In sostanza, nelle randonnée ogni ciclista si regola da sé per partenza, arrivo, ore di sonno e soste varie, secondo il proprio ritmo e la propria inclinazione. Un modo di pedalare un po’ fuori dai canoni, ma che sa regalare emozioni impagabili.
Agostini
Ce lo conferma Donato Agostini da Firenze, mentre reintegra con un buon piatto di carboidrati: “Pedalare di notte sullo Stelvio, è una sensazione indescrivibile! Tutti i suoni si amplificano e ti senti completamente immerso nel paesaggio. Io sono rimasto impressionato dal suono dell’acqua, lo scrosciare della cascata mentre pedalavo era qualcosa di potente, anche se non potevo vederla. Io sono partito con le Gran Fondo, poi mi sono avvicinato alle randonnée perché c’è meno competizione, meno aggressività. Certo, c’è la fatica ed è stancante, ma cerchi sempre di fare del tuo meglio”. Giuseppe Leone di Fano è un vispo settantenne che mette tutti in riga e non a caso è stato nominato capitano dell’ARI (Audax Randonneur Italia); rientra da questa VEB non solo con tutti e 4 i brevetti, vale a dire aver percorso gli oltre 12.000 mt di dislivello entro le 40 ore, ma anche con il riconoscimento del “Camoscio d’Oro” che l’US Bormiese assegna a ogni edizione a un finisher che si è particolarmente distinto. Giuseppe trabocca di legittimo orgoglio: “Sono il più anziano brevettato!” e in effetti, alla sua età, pedalare giorno e notte, con ogni tempo atmosferico, con lo sforzo fisico che richiede, non è da tutti! “Noi randagi siamo un po’ dei filosofi della bicicletta – dice col suo smagliante buonumore – perché le nostre sfide sono contro noi stessi e non contro gli altri; semmai ci piace confrontarci tra di noi in modo del tutto scherzoso. È il senso dell’andare in bicicletta per il puro piacere di farlo, senza agonismo, senza ansietà, fermandosi quando se ne ha l’esigenza o il desiderio… a noi, per esempio, capita anche di fermarci per gustare un semplice
gelato”.
400 km
In questi 400 km previsti dalla VEB, i ciclisti hanno toccato tutti i principali e mitici passi alpini, anche da più versanti: Stelvio, Gavia, Mortirolo, con l’aggiunta della tappa ai laghi di Cancano. Per qualcuno di loro era la prima volta, per altri no, ma il bello della randonnée è poterlo fare in un contesto del tutto differente e pacifico e se qualcuno come Gennaro Laudando di Caserta si sorbisce più di 800 km per un semplice week end in bicicletta… qualcosa di vero ci sarà! Mario Zangrando, presidente del settore Ciclismo US Bormiese e veterano di tante randonnée, conferma: "Il ciclismo è sempre bello, ma vissuto in questo modo ancora di più. In queste situazioni si crea un clima di amicizia, quasi di fratellanza; ci uniscono le stesse emozioni e lo stesso benessere nel pedalare in totale armonia e libertà. E per molti di noi è un piacere il fatto stesso di potersi ritrovare ogni volta, a condividere queste emozioni".