Valdisotto

La comunità di Piatta dice addio ad Alfonso Canclini

Fondatore e capogruppo Alpini.

La comunità di Piatta dice addio ad Alfonso Canclini
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La comunità di Piatta, Valdisotto, perde Alfonso Canclini, detto "Fonsi", 72 anni, fondatore ed ex capogruppo degli Alpini, oggi guidati dal nipote Luca Canclini. Al funerale di lunedì, più di 50 Penne nere sedevano nei primi banchi della chiesa; svettavano 11 gagliardetti e il vessillo nazionale. Una grande perdita per l’intero paese e non solo, in quanto Fonsi era una persona molto amata e buona. La nipote prediletta Farah Garci, con la lettura del suo pensiero, ha commosso i presenti. Nella vita lavorativa, campo dell’edilizia, fu pioniere dei macchinari (ragni e ruspe) capaci di scavare nella roccia; aveva contribuito a realizzare le piste di sci di Aprica, Santa Caterina Valfurva, Madesimo. Da tutte le traversie si era sempre rialzato. Quart’ultimo di 10 fratelli, lascia la moglie Augusta, i figli, nipoti, fratelli. Nel doloroso frangente, giungono le condoglianze da Mario Rumo consigliere nazionale ANA, del Consiglio della Sezione Valtellinese, gli Alpini di Ospedaletto di Gemona in Friuli, in particolare dell’ex capogruppo Massimo Pascolo, alla famiglia di Fonsi, che ora "è andato avanti".

La lettura

Alfredo Praolini, ex presidente, legge a nome del gruppo Alpini di Piatta il suo addio. "Abbiamo voluto salutarti con la preghiera dell’alpino paracadutista, specialità di cui andavi molto orgoglioso perché ti faceva sentire un po’ più in alto di noi rocciatori, fucilieri e artiglieri; tu, le vette, le conquistavi dall’alto. Saltare dall’apparecchio e mantenere fede al motto ‘mai strac’, è stato un po' come il tuo procedere nella vita: decisioni spesso immediate, coraggio e schiettezza, talvolta senza paracadute che potesse rallentare le tue scelte. Ti sei fatto carico del nostro Gruppo per una decina di anni; siamo stati molto fieri quando, nel 2001, hai suggellato il gemellaggio con la terra friulana, iniziato da te con i Fradis già durante il servizio di leva e portato avanti con i tuoi famigliari e i volontari di Piatta nel 1976 in seguito al terremoto. Non possiamo che pensarti negli infiniti spazi ove non hai più bisogno del paracadute, sempre disposto a combattere, come hai fatto in questi ultimi anni con tanta energia contro la malattia, per continuare da alpino nell’adempimento del dovere ove la Provvidenza ti pone a baluardo della Patriaceleste".

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