Meno infortuni sul lavoro grazie alla vaccinazione
I dati delle denunce registrate dall'Inail interpretati dalla Cisl di Sondrio.
Un significativo calo delle denunce relativi agli infortuni sul lavoro è stato registrato nei primi nove mesi di quest’anno. Un dato che è dovuto principalmente alle vaccinazioni perché, va ricordato, l’infezione da coronavirus contratta sul logo di lavoro è considerata come un infortunio.
A renderlo noto è l’analisi del referente della Cisl di Sondrio per la sicurezza nei luoghi di lavoro Michele Fedele, basata sui dati forniti dall’Inail e relativi al periodo compreso tra l’1 gennaio e il 30 settembre. Numeri che sono comparati con quelli dell’analogo periodo dello scorso anno.
Infortuni sul lavoro, i dati e il confronto con il 2020
In particolare, il numero totale delle denunce di infortunio del 2021 è pari a 1394, in diminuzione di 192 unità rispetto allo stesso periodo dell'anno 2020 quando furono 1586. Confrontando i dati emerge che il calo netto delle denunce totali di infortunio è dovuto alla considerevole diminuzione di quelle determinate dall'infezione da Vovid-19 contratta in ambito lavorativo. Infatti, quest’anno sono state 195 a fronte delle 430 registrate nello stesso periodo del 2020: 235 denunce in meno, ossia una diminuzione ben superiore al 50%.
«Dall'analisi dei dati non possiamo non considerare gli effetti benefici che la campagna vaccinale ha determinato anche in ambito lavorativo, contenendo in maniera considerevole l'infezione da Covid - commenta Fedele - Ciò si evince in modo evidente dall'analisi dei dati riferita ai singoli mesi del 2021 che dimostra come la quasi totalità delle 195 denunce da Covid-19 quest’anno sia riferita ai primi 4 mesi. Fino ad aprile, infatti, le denunce sono state 178, mentre a partire da maggio, quando la campagna vaccinale ha coinvolto la maggior parte dei lavoratori, si sono registrate soltanto 17 denunce».
Infortuni sul lavoro, escluso il Covid-19 la situazione è stabile
Escludendo le denunce di infortunio scrivibili al coronavirus, la situazione quest’anno mostra una sostanziale stabilità rispetto al 2020, seppur con un leggero incremento pari a circa 40 unità. Altro dato da considerare è quello che vede il calo degli infortuni mortali: nei primi 9 mesi del 2021 sono stati 2 contro i 7 morti registrati nell’anno precedente.
«Anche in questo caso il Covid-19 ha fatto la sua parte nel 2020 - prosegue il sindacalista - Infatti, 3 dei 7 infortuni mortali registrati lo scorso anno sono stati causati dal coronavirus, mentre nei primi nove mesi del 2021 non si sono registrati decessi legati all’infezione nei luoghi di lavoro».
Il calo rispetto al 2019? Si lavora di meno per la crisi
«Un'altra interessante analisi - conclude Fedele - è quella relativa al raffronto degli infortuni denunciati nei primi nove mesi dell'anno in corso, escludendo quelli riferiti al Covid-19, con quelli dello stesso periodo del 2019, prima della pandemia. Si evidenzia una diminuzione n nel 2021 di circa un terzo degli infortuni denunciati: nel 2019 erano 1734 a fronte dei 1199 rilevati nello stesso periodo di quest’anno. Una forte diminuzione che però è strettamente legata al decremento delle ore lavorative causato dalla pandemia e che, purtroppo, ci spinge alla solita e triste considerazione: troppo spesso, il calo del numero degli infortuni è inevitabilmente collegato alla diminuzione del lavoro».