"Nuovi scenari economici e scuola”: Sabino Cassese inaugura la rassegna
L'iniziativa nasce dalla collaborazione tra Ust e Fondazione CReval - Crédit Agricole Italia
Anche quest'anno l’Ufficio Scolastico Territoriale di Sondrio e Fondazione Credito Valtellinese – Gruppo Crédit Agricole lavorano fianco a fianco per valorizzare la formazione dei giovani, per aiutarli a comprendere meglio il mondo di oggi e quello di domani attraverso una serie di incontri online che vertono sulla presentazione di libri dedicati ai temi dell'economia, della finanza e, più in generale, dell'educazione civica.
Ieri, mercoledì 26 gennaio 2022, il primo appuntamento con la rassegna denominata “Nuovi scenari economici e scuola” ha visto protagonista Sabino Cassese, Giurista e Presidente Emerito della Corte Costituzionale, che ha presentato il suo ultimo volume, “Intellettuali”, dialogando con Remo Morzenti Pellegrini, Rettore Emerito dell’Università degli Studi di Bergamo ed Ordinario di Diritto Amministrativo, e Renato Balduzzi, Già Ministro e Docente Ordinario di Diritto Costituzionale.
"Nuovi scenari economici e scuola”: il primo incontro
Ad aprire l'incontro virtuale, moderato dall’esperto di politiche formative, Simone Bergamini, è stato il Dirigente Ust, Fabio Molinari. «Ringrazio gli autorevoli relatori che hanno acconsentito ad intervenire oggi, tutti i ragazzi connessi e Credito Valtellinese – Gruppo Crédit Agricole per il prezioso supporto – ha esordito Molinari –. Spero che questo incontro rappresenti un momento propedeutico all’approfondimento del volume che mi auguro i ragazzi vorranno intraprendere insieme ai propri insegnanti».
«Come Fondazione Credito Valtellinese, che ora fa parte di Gruppo Crédit Agricole, sosteniamo volentieri questa nuova edizione della rassegna perché riteniamo che possa fornire spunti importanti per un confronto sull’universo economico e finanziario che consenta ai ragazzi di acquisire maggior consapevolezza sui grandi temi di attualità e non solo. Grazie agli ospiti illustri tutti quanti potremo avere delle nuove e interessanti chiavi di lettura specie alla luce di questo periodo particolare – ha aggiunto Valeria Duico, Direttore della Fondazione Credito Valtellinese –. Attraverso l’analisi del volume del professor Cassese abbiamo l’opportunità di riflettere anche sui ruoli che ciascuno di noi potrà avere in futuro».
All'appuntamento non ha voluto mancare nemmeno il Prefetto di Sondrio, Salvatore Pasquariello, che ha portato il proprio saluto: «Mi congratulo con il Dirigente Molinari che anche quest'anno ha voluto puntare su un'iniziativa dal grande valore formativo – ha dichiarato –. La parola “intellettuale” non sempre ha avuto una valenza positiva, anche Leonardo Sciascia diffidava di questo termine talvolta abusato. Oggi tante cose sono cambiate, a cominciare dalla diffusione dei social network, dove tutti sono legittimati ad esprimere la propria opinione ed è proprio in questo frangente che la parola intellettuale assume un nuovo valore. Oggi più che mai, come sostiene Cassese nel suo volume, gli intellettuali hanno il dovere di far sentire la loro voce».
L'intervento di Sabino Cassese e degli altri relatori
«Questo libro nasce da una serie di considerazioni intorno a una domanda: “Quale ruolo specifico possono svolgere oggi gli intellettuali dal momento che la democrazia sta cambiando la sua natura?” – ha spiegato Cassese rispondendo alle domande –. Negli ultimi anni si sta assistendo al fenomeno della liquefazione dei partiti, per cui occorre chiedersi come si formi l’opinione pubblica e quali siano i modi con cui supplire a tale carenza. Allora ritengo che gli intellettuali oggi siano chiamati a ricoprire un compito fondamentale in tale senso». «Al di là delle ideologie, degli orientamenti e dei pregiudizi, per un intellettuale è importante far valere la realtà, basandosi sui fatti – ha aggiunto –. Altrettanto importante è considerare il rapporto tra i fenomeni. Ad esempio, l'attuale calo demografico potrebbe un domani portare il Paese ad avere la metà degli abitanti odierni, che sono 60 milioni; ciò avrebbe delle implicazioni enormi sul sistema familiare, su quello scolastico e ancora sulle quote relative all’immigrazione. Uno dei compiti dell’intellettuale è proprio quello di aiutare le persone a mettere in relazione tali punti e a far comprendere le implicazioni che derivano dai fenomeni sociali. Una condizione fondamentale è che l'intellettuale non diventi un “tuttologo”, quanto piuttosto un “metodologo”».
«Il volume di Cassese fa molto riflettere anche l'intero sistema universitario – ha voluto sottolineare Morzenti Pellegrini –. Si tratta di un’analisi estremamente lucida di quello che dovrebbe essere il ruolo dell’intellettuale anche in ambiente accademico. Credo che oggi l'Università dovrebbe ritornare al suo ruolo originario: educare le nuove generazioni all'uso di un pensiero critico. Se scienza e tecnologia hanno l'onere di dare una risposta alle questioni urgenti, anche l’umanesimo che spiega i tempi esercitando il dubbio e l'interrogazione ha un ruolo estremamente importante. Come sottolinea l'autore, l'intellettuale dovrebbe essere come un esploratore che conosce il passato per immaginare il futuro».
«Pur trattandosi di un piccolo libro, ritengo ci si trovi di fronte ad un vero e proprio manuale chiaro e completo per come poter essere un buon intellettuale – ha fatto notare Balduzzi –. Particolarmente interessante è l'elenco delle qualità e peculiarità messe in luce dall'autore. Come sostiene l’autore, l’intellettuale fa sorgere speranze laddove sembra che prevalgono le tenebre. L’intellettuale, aggiungerei, è colui che più di tutti è in grado di spiegare i dettagli senza guardarsi troppo allo specchio. Si tratta di un libro davvero interessante, utile anche per aiutare gli studenti ad allargare lo sguardo».