Il Cardinale Matteo Maria Zuppi in visita agli studenti del "Pinchetti"
Tanti i temi affrontati nell'incontro.
I giovani e l'educazione, la comunicazione ai tempi dei social network, l'importanza dell'ascolto ma anche della leggerezza.
Sono solo alcuni dei temi che Sua Eminenza il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, ha affrontato questa mattina insieme ad una rappresentanza degli studenti dell’Istituto “Pinchetti” di Tirano.
Diversi anche gli studenti delle altre scuole della provincia connessi sul canale YouTube dell'UST per ascoltare le parole dell’ospite.
Ad aprire la mattinata due emozionanti esibizioni musicali magistralmente interpretate dai ragazzi delle classi prima e seconda del Liceo Musicale.
Ascolto
A fare gli onori di casa è stata la Dirigente Rossana Russo che ha passato la parola al Prefetto di Sondrio, Salvatore Pasquariello, intervenuto per l'occasione.
«Ritengo sia doveroso ascoltare le voci degli studenti – ha esordito il Prefetto riprendendo le parole recentemente pronunciate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella –. Come riteneva anche Luigi Einaudi, da tempo ci chiediamo come dare risposte ai giovani che intendono dar voce alle loro idee, ma per farlo occorre anzitutto conoscere, discutere ed infine deliberare. All’indomani di alcuni atti vandalici verificatisi nel nostro territorio, di concerto con le altre Istituzioni, desidero pertanto conoscere i disagi dei ragazzi per capire come arginare il fenomeno».
Importante
Uno speciale messaggio di benvenuto è giunto anche da parte del Sindaco di Tirano, Franco Spada:
«Riferimenti culturali come quello di oggi sono molto importanti. In particolare, sulla scorta di un periodo così difficile segnato dalla pandemia, ritengo che l’ascolto rappresenti una delle maggiori virtù». A condurre la mattinata è stato poi il Dirigente Ust, Fabio Molinari: «Ringrazio il Cardinale per la sua graditissima visita in Valtellina, la Dirigente Russo per l'ospitalità e ringrazio gli studenti e i docenti presenti oggi. A rendere la mattinata ancor più speciale sarà l'interazione diretta con gli studenti che hanno preparato diverse domande da sottoporre al Cardinale sia in presenza che attraverso la chat della diretta sul nostro canale YouTube».
Unione
«Oggi dobbiamo ringraziare per trovarci in un contesto di frontiera – le prime parole del Cardinale Zuppi a Tirano –. Per secoli le frontiere sono stati luoghi di tensioni, persino motivo di guerra. Ma esse possono e devono diventare delle cerniere che rappresentano l'unione in cui l'altro è un pezzo di me. E ciò lo abbiamo capito molto bene attraverso la pandemia che certo non conosce frontiere.
Dobbiamo evitare che vi siano tentazioni di nuove frontiere, nuovi muri. Come sottolineato dal Prefetto, l'ascolto è fondamentale. Spesso mette paura e può confondere ma, come ci ha insegnato Papa Francesco, ci aiuta a cambiare le nostre categorie.
E “ascolto” significa anche saper andare in profondità. Ma altrettanto importante è anche il tema della “leggerezza” intesa come gioia ed autoironia, non certo quale sinonimo di prendere le cose alla leggera. La gioia, come ci ricorda sempre il Papa, è la condizione più favorevole per intravedere anche nelle difficoltà uno spiraglio di luce che ti fa sentire amato».
Dialogare con i social network
Fra le tante domande dei ragazzi la richiesta di consigli per arginare la superficialità in un'epoca caratterizzata dal dialogare con i social network.
«L’era digitale ci ha cambiati tantissimo – ha precisato Zuppi –. L'importante è riuscire a distinguere tra un uso consapevole e un abuso di tali mezzi che si ha quando “lo strumento ti strumentalizza”».
Nazionalismi
E ancora una domanda degli studenti sul pericolo dei nazionalismi.
«I nazionalismi sono la caricatura dell’identità – ha dichiarato –. È importante essere un Paese e una Patria, ma quando ciò si trasforma in nazionalismo è davvero pericoloso per l'unità del popolo».
Comunicare
Zuppi si è poi soffermato sul significato di comunicare oggi.
«Se uno vive per apparire probabilmente dice sempre e solo ciò che le persone vogliono sentirsi dire e comunica solo per avere l'approvazione altrui, ma c'è anche la tentazione opposta di chi sceglie di vivere come un’isola e chiudersi in se stesso: due estremi che andrebbero scongiurati».
Vocazione
Infine, qualche aneddoto sulla sua vocazione e sulla Comunità di Sant'Egidio:
«La Comunità ha iniziato il suo cammino, col fondatore Andrea Riccardi, facendo due cose: pregando e aiutando i poveri. Quando ho cominciato, frequentando le persone meno fortunate, ho sentito per davvero cosa volesse dire vivere il Vangelo e da lì ho capito che sarei diventato prete. Prima, il mio sogno era fare l'insegnante, perché nell’insegnamento il dialogo dà sempre vita a un incontro creativo».
È possibile riguardare l’incontro al seguente indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=0czP_LC7Ydw