La sanità valtellinese fa scappare i professionisti: la denuncia dell'Ordine dei Medici
"La situazione sanitaria di Valtellina, Valchiavenna e Alto Lario, che costituiscono il territorio della locale ASST, è attualmente in uno stato emergenziale".
La situazione sanitaria di Valtellina, Valchiavenna e Alto Lario, che costituiscono il territorio della locale ASST, è attualmente in uno stato emergenziale. Da diverse settimane leggiamo della carenza di Medici di assistenza primaria, con migliaia di cittadini privi di medico di famiglia e assistenza di base, ma la situazione ospedaliera non è meno preoccupante.
Questo il messaggio contenuto nella lettera aperta firmata dall'Ordine dei Medici e indirizzata al Presidente della Regione Lombardia, all’Assessore Regionale al Welfare, al DG della ASST Valtellina-Alto Lario, al DG della ATS della Montagna, al Prefetto di Sondrio.
Situazione preoccupante
Nella lettera si legge:
Da diverse settimane leggiamo della carenza di Medici di assistenza primaria, con migliaia di cittadini privi di medico di famiglia e assistenza di base, ma la situazione ospedaliera non è meno preoccupante.
L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, quale Ente sussidiario dello Stato, rappresenta e supporta tutti i medici del territorio provinciale, nel loro ruolo di tutela della salute dei singoli cittadini e della collettività.
I cittadini-pazienti si rivolgono frequentemente al nostro Ente per segnalare difficoltà giornaliere a poter usufruire di visite, accertamenti o interventi presso lestrutture ambulatoriali o ospedaliere.
Abbiamo come Ordine verificato queste segnalazioni, interpellando i medici operanti nelle strutture sanitarie e il quadro che è emerso è veramente drammatico.
L’assenza completa di una progettualità sostenibile per gli ospedali della Provincia, la cancellazione indiscriminata delle sedute operatorie in elezione, con il conseguente incremento incontrollato delle liste d’attesa per interventi chirurgici e le continue
dimissioni volontarie da parte dei medici in servizio presso l’ASST Valtellina e Alto
Lario hanno portato la situazione attuale ad un punto emergenziale e in prospettiva di non ritorno.La carenza di personale medico, situazione comune al territorio Nazionale, èaggravata da noi dall’elevato numero di dimissioni volontarie da parte di specialistiche non sono più in grado di reggere una condizione lavorativa attualmente inaccettabile in termini di servizio offerto alla popolazione e in termini di sicurezza per il personale che lavora negli ospedali della ASST.
I medici fuggono
E aggiungono:
Ormai da anni manca una programmazione credibile del futuro della sanità di Valtellina, Valchiavenna e Alto Lario e questa incertezza ha spinto molti medici a dimettersi dall’incarico.
Tale condizione mette inevitabilmente i nostri ospedali in una situazione
emergenziale, con il rischio concreto di chiusura di alcune Unità Operative e con il venir meno di servizi basilari per la cura di patologie importanti e soprattutto urgenti tempo- dipendenti.
Difficoltà
L'ordine dei Medici conclude:
A titolo di esempio, la UOC Neurologia è rimasta con solo 2 medici in servizio per gli ospedali di Sondalo e Sondrio e tale situazione mette in grave difficoltà il regolare funzionamento del servizio di Stroke Unit (cura dell’ictus cerebrale), che riguarda una patologia tempo-dipendente, da affrontare con estrema urgenza. In questa situazione appare evidente la difficoltà, se non l’impossibilità di mantenere un servizio ospedaliero sufficientemente adeguato per la popolazione della ASST Valtellina-Alto Lario, che allo stato attuale si deve considerare fortemente a rischio sanitario, non solo per quanto riguarda l’offerta di prestazioni in elezione in regime di ricovero o ambulatoriali, ma anche per l’urgenza-emergenza.
Pertanto rischia di venir a mancare per la nostra popolazione il pieno diritto alla salute, che è previsto dalla Costituzione per tutti i cittadini indistintamente.
Si vuole precisare inoltre che l’ipotesi di risoluzione dei problemi con il
potenziamento dell’elisoccorso e dei trasporti per centralizzare i Pazienti c/o altri ospedali regionali non tiene in debito conto le difficoltà organizzative del servizio e le condizioni meteorologiche, che limitano pesantemente l’efficienza dei trasporti,
soprattutto quelli per via aerea.
Siamo del motivato parere che in un’area così decentrata e disagiata come la
Valtellina e la Valchiavenna sia impensabile non mantenere un efficiente e completo presidio ospedaliero polispecialistico di diagnosi e di cura.
E’ evidente pertanto che, perdurando queste condizioni, sono a rischio sia la qualità del servizio sanitario offerto ai Pazienti, sia la sicurezza per i medici che lavorano in ospedale e per questo sono necessari provvedimenti urgenti da parte dei Responsabili
della Sanità regionale e provinciale