Auditorium dell’Alberti gremito per dire sì alla piana Alute e no alla nuova tangenziale
Il turismo del futuro non vuole automobili ma la centralità del territorio.
Sì all’Alute. Dall’accezione negativa dello slogan "no alla tangenzialina sull’Alute" si sposta l’effetto verso una visione positiva, che guarda il futuro della piana verde agricola, la stessa che è uscita dall’incontro di giovedì, organizzato dal costituendo Comitato Bormini per l’Alute all’auditorium dell’Istituto Alberti, per l’occasione gremito. Così i relatori. Paolo Pilieri, ordinario di pianificazione territoriale e ambientale a difesa del suolo, Politecnico di Milano. "Vedere tanti visi che sono qui per un prato vuol dire che c’è ancora speranza; la cementificazione è un danno che va fermato, perché indietro non si torna; 1,2 ettari di tangenziale è 10 volte il consumo medio di suolo in 10 anni a Bormio; che l’Alute diventi il simbolo di tutti: uscite di qui e lottate". Così Nicolas Rodigari, giovane bormino nel consiglio direttivo della Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi (CIPRA). "Ho portato la dimensione dell’Alù in Liechtenstein; costruire una strada non risolve il problema del traffico anzi incentiva l’uso delle auto: l’unico sistema è ridurre le auto, liberarci dalla dipendenza e studiare servizi di trasporto pubblico efficienti; la libertà che cerca la mia generazione è quella dalle auto".
Gli altri
Così Roberta De Monticelli, filosofo all’Università San Raffaele di Milano e a Ginevra. "Bormio non è un bene di consumo; l’Alute rappresenta secoli di lavoro dei nostri nonni; li vogliamo cancellare? A che tipo di turismo aspiriamo? Miope e pericoloso? Mi riempie di speranza vedervi qui; stasera è nato un vero e proprio movimento che dovrebbe essere culturale e di cambio di mentalità, un progetto pilota per affrontare un altro modo di vivere la montagna". Infine Laura Sala, Bormini per l’Alute. "Un appello ai politici a fermarsi e riflettere con noi, cercando alternative, prendendo esempi, e salvaguardando la natura, che è di tutti". Sì all’Alute lo dicono anche il Fondo Ambiente Italiano FAI e il Club Alpino Italiano. "Un’opera inutile - il commento del presidente Matteo Schena - spreco del territorio che invece è valore aggiunto". Tanti i non residenti che chiedono di poter contare con il loro voto in vista del referendum. Le alternative alla tangenzialina? Regolamentare la strada attuale sull’Alute.