Increase Sfursat, progetto promosso: risultati più che buoni e una banca dati utile ai viticoltori
Il progetto sostenuto dal Psr ha svolto una radiografia precisa del vino di punta valtellinese, approfondendone caratteristiche ed evoluzione dal vigneto alla cantina
Analizzare per migliorare e crescere: ha dato risultati più che buoni il progetto Increase Sfursat, sostenuto dal Psr della Regione Lombardia (operazione 1.2.01), riguardante azioni dimostrative e informative nell’ambito della produzione dei vini Sforzato di Valtellina Docg.
Increase Sfursat
Il progetto ha consentito di dare risposte tecnico scientifiche agli operatori del comparto viticolo-enologico in merito all’impatto che le diverse fasi del processo produttivo (appassimento e vinificazione) hanno sulle caratteristiche chimico-fisiche del vino Sforzato di Valtellina, di valutare tecniche enologiche innovative (anche già utilizzate in altre zone viticole italiane) e riadattarle per le uve del Chiavennasca, nonché di condurre una accurata indagine sulle caratteristiche delle produzioni enologiche disponibili sul mercato.
L'iniziativa è stata condotta da Università degli Studi di Torino, Università degli Studi di Milano, Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina, Coldiretti Sondrio con il supporto delle aziende valtellinesi partecipanti. La partecipazione agli eventi di enologi e produttori valtellinesi, nonché di operatori interessati allo Sforzato di Valtellina DOCG, ha favorito il dibattito su queste tematiche e rappresentato un momento di riflessione sull’evoluzione di questa importante denominazione.
Le azioni del progetto Increase Sfursat sono composte da cinque linee principali, attraverso le quali si è voluto esaminare le caratteristiche delle produzioni in commercio nonché l’applicazione dimostrativa di soluzioni produttive innovative per migliorare le conoscenze sui vini Sforzato di Valtellina.
Il progetto
La prima linea di progetto, riguardante la valutazione dei vini in commercio, è consistita nell’analisi di due annate (2016 e 2017) di produzioni dello Sforzato di Valtellina DOCG, soffermandosi dal punto di vista chimico sulla componente di base, polifenolica, di sicurezza alimentare, dei composti volatili, e infine sull’aspetto sensoriale. I vini Sforzato di Valtellina DOCG analizzati sono caratterizzati da un tenore alcolico medio di poco superiore ai 15,5 % vol., con pH medi intorno a 3,70 e acidità totale di circa 5,9 g/L (come acido tartarico). L’effetto annata tra le vendemmie analizzate (2016 e 2017) è numericamente visibile, ma le variazioni sono comunque contenute con un leggero incremento in acidità nei vini 2016. A livello sensoriale, le note di affinamento come “tabacco” e “tostato” sono risultate con le frequenze maggiori assieme ai descrittori “confettura” e “fichi”. All’assaggio l’annata 2017 è risultata con note amare meno intense rispetto all’annata 2016, ma questo non ha indotto differenze significative per il livello di gradimento in bocca.
La linea 2 riporta l’attività dimostrativa su due (vendemmia 2020) e tre (2021) vigneti dell’areale valtellinese, per ognuno dei quali la raccolta è avvenuta in tre momenti diversi della maturazione (raccolta precoce-media-tardiva a distanza di almeno 7 giorni l’una dall’altra), ed è stata seguita da un periodo di appassimento delle uve fino a dicembre, indipendentemente dalla data di raccolta.
Anche per la linea 3, la quale ha confrontato durate differenti del processo di macerazione (7, 15 e 40 giorni), è stato possibile ottenere come risultato sia i dati analitici sia i vini ottenuti dall’attività dimostrativa.
La linea 4 ha indagato l’effetto delle diverse modalità di conduzione delle fasi di vinificazione sulle caratteristiche compositive e sulla suscettibilità all’ossidazione dei vini Sforzato di Valtellina prodotti da tre aziende. Infine, la Linea 5 ha riguardato il posizionamento dei grappoli in fruttaio (grappoli appesi, cassette mono-strato, stuoie, graticci).
“I dati ottenuti dalle attività dimostrative di progetto, la loro elaborazione e disseminazione con gli eventi informativi rappresentano quindi un'importante base per lo sviluppo dei vini Sforzato di Valtellina DOCG, a beneficio del tessuto produttivo vitivinicolo valtellinese” commenta Simone Giacosa, dell'Università degli Studi di Torino.