Contributi alle famiglie per pagare le bollette, adesso si parte
Sono state stabilite le date per presentare la domanda direttamente nel proprio Comune di residenza.
Era stata annunciata in estate e poi ribadita un paio di mesi fa: adesso il contributo alle famiglie per pagare le bollette dell’energia elettrica si concretizza. A partire dal 15 gennaio e fino al 28 febbraio, tutti i residenti in Valtellina e Valchiavenna potranno presentare la domanda su appositi moduli nel Comune di residenza e beneficiare così di un contributo per pagare le bollette. Possono presentare la domanda i residenti in provincia che hanno un Isee inferiore a 15mila euro, cifra che sale a 30mila per i nuclei con almeno due figli.
Contributi alle famiglie per pagare le bollette, adesso si parte
«Si tratta di uno dei risultati concreti della legge di riordino dell’idroelettrico voluta dal ministro Giancarlo Giorgetti e che poi il mio assessorato ha declinato su base regionale - spiega Massimo Sertori, che tra le deleghe ha anche quella alle Politiche energetiche e da anni segue la questione - Visto il periodo di crisi e difficoltà, quest’anno abbiamo deciso di allargare la platea dei beneficiari che possono godere dell’energia “gratuita” che i concessionari devono monetizzare e versare. Così, oltre alle case di riposo alle quali va il contributo più significativo, sono stati inseriti i Comuni, per quanto riguarda illuminazione pubblica, gli impianti sportivi e le scuole. E pure le famiglie: a loro sono destinati due milioni».
«Non possiamo stimare ora l’entità di ogni singolo contributo - aggiunge Sertori - Questo sarà calcolato in base al numero delle domande. L’ipotesi è di riuscire a pagare uno o anche due bollette a ogni famiglia, ma lo vedremo in seguito. Quello che mi preme sottolineare è il principio: si tratta del primo vero intervento sul costo dell’energia che va nella direzione dell’autonomia. E che garantisce vantaggi a chi vive nei territori in cui viene prodotta, quelli in cui si trovano dighe e centrali».
Il beneficio deriva dalla legge sull'idroelettrico
Infatti, la legge regionale - che è «figlia» di quella nazionale - prevede che i concessionari cedano alla Regione una percentuale di energia gratuita sulla base della produzione, o meglio l’importo corrispondente, che poi viene redistribuita sui territori dove viene prodotta, con la Provincia che si occupa degli stanziamenti.