Teglio

Margatta, è guerra aperta col Comune

Sabato 18 febbraio a San Sebastiano si è tenuta l’assemblea autoconvocata dai firmatari della petizione. Nessun amministratore presente.

Margatta, è guerra aperta col Comune
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Sabato 18 febbraio presso il Campo Alpini di San Sebastiano si è tenuta l’assemblea autoconvocata dai firmatari della petizione preoccupati della situazione in cui versa del torrente Margatta e "anche questa volta sindaco e consiglieri di maggioranza non si sono degnati di presentarsi a spiegarne la bontà del progetto". Assemblea resa necessaria ancor più, alla luce della "mancata informazione da parte dell’amministrazione comunale. La quale non ha mai risposto alle richieste dei cittadini e per non aver espletata la procedura per l’occupazione dei terreni. Ora sono corsi ai ripari. Ma la sostanza non cambia visto che manca il presupposto della mancanza di informazione e ascolto. Presupposti fondamentali previsti dallo statuto, ma soprattutto dal rispetto verso i propri cittadini! Per i motivi sopra citati, lunedì 6 febbraio non si è permesso l’inizio lavori per la costruzione di un invaso sulla Margatta, altezza Cà Brusada. Ora si è appreso, dall’albo pretorio online, che la procedura per l’occupazione dei terreni è stata avviata ma per il nostro Comune contattare i privati sembra una cosa impossibile. Dopo aver perso tempo, più di due anni, con una grossa svalutazione delle risorse a disposizione, ora riconoscono l’urgenza dei lavori".

Assemblea

I cittadini presenti in assemblea hanno sottoscritto un documento con suggerimenti e richieste inviate all’amministrazione e non solo. "Suggerimenti di tale buon senso suffragati dalla relazione del geologo e di chiunque conosca la storia e la situazione in cui versa il torrente Margatta". Segue il documento sottoscritto da 78 cittadini che, segnalando il pericolo, "diffida l’amministrazione nel procedere alla realizzazione dell’invaso; riterremmo personalmente responsabili gli amministratori che hanno approvato il progetto, nel caso che l’infausto pericolo di allagamento causato dalla sacca si dovesse verificare e causare danni a cose e persone".

Tutti i suggerimenti

Ed ecco parte del testo, in particolare i suggerimenti: "Posizionare un sistema di monitoraggio, nella zona più pericolosa della frana, attraverso un collegamento da remoto, che possa avvertire la popolazione per eventuali movimenti franosi, che potrebbero causare conseguenze molto gravi; ripristinare le opere danneggiate in particolare le vecchie briglie che negli anni hanno svolto una importante funzione di trattenimento del materiale proveniente dal dilavamento della superficie delle frane in essere; predisporre un piano di manutenzione annuale, con finanziamenti certi e non aleatori per manutenzioni normali di pulizia e piccoli interventi di ripristino sulle opere eventualmente danneggiate; intervenire con una radicale e profonda pulizia dell’alveo da monte a valle, in quanto, i lavori da 200.000 euro, spesi come pronto intervento dalla Cm sono stati svolti in modo parziale e superficiale, addirittura posizionando il materiale a ridosso degli argini dove in certe zone sono ormai privi di fondazioni; intervenire con verifiche puntuali e consolidamento argini di protezione mancanti di fondazioni, dovuto allo scalzamento derivato dalle ultime colate; intervenire a cucire l’argine di sponda sinistra in località Cà Brusada perché in parte mancante totalmente e parte non realizzato durante l’intervento di urgenza dalla Cm; intervenire a realizzare sul fondo dell’alveo, a partire dal punto più pericoloso, un selciatone in calcestruzzo e pietrame, almeno fino alla cascata all’altezza della chiesa di San Sebastiano, al fine di migliorare il deflusso delle colate e rendere transitabile la strada a fianco dell’Adda per la pulizia, senza creare problemi alla contrada Crotti".

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