Cava "Foppa Ganda Grossa" a Novate Mezzola: il Comune contro la decisione della Provincia
Le maggiori criticità esposte dal primo cittadino, Fausto Nonini.
Il Comune di Novate Mezzola ha deciso di unirsi con i cittadini e gli altri enti coinvolti, nella lotta contro il progetto di cava di materiale lapideo "Foppa Ganda Grossa", portato avanti dalla Società Novate Mineraria
In attesa del TAR
Inoltre, il Comune ha evidenziato che la conferenza di servizi non ha dato spazio sufficiente alle problematiche sollevate dagli enti locali, il che ha compromesso la validità della decisione presa.
La situazione attuale lascia quindi in sospeso il futuro del progetto di cava di materiale lapideo "Foppa Ganda Grossa", e la decisione del TAR Lombardia sarà fondamentale per stabilire se il progetto potrà essere effettivamente realizzato o se verrà definitivamente bloccato.
Le criticità più rilevanti
Riportiamo di seguito il commento integrale del Sindaco di Novate Mezzola, Fauso Nonini:
Dall’esito della conferenza di servizi sul progetto estrattivo tenutasi il 20 dicembre 2022, poche sono le informazioni trapelate, soprattutto non sono state espresse delle considerazioni in merito, e il motivo ve lo spiego ora:
Il Comune di Novate Mezzola ha impugnato al TAR Lombardia di Milano la determina che ha approvato la V.I.A. (valutazione impatto ambientale) e l’autorizzazione del progetto produttivo della cava di materiale lapideo “Foppa Ganda Grossa”, su progetto della Società Novate Mineraria.
Nelle 15 pagine di ricorso (e le decine di documenti che saranno prodotti in giudizio) il Comune di Novate Mezzola ha messo a nudo gli errori ed i vizi, non solo giuridici ma anche tecnici, degli atti impugnati e la superficialità dell’istruttoria condotta dalla Provincia di Sondrio.
Provincia di Sondrio più volte nelle varie sedute della conferenza di servizi ha ritenuto che servissero integrazioni da parte di Novate Mineraria. Peccato che le varie richieste di integrazioni e problematiche oggettive, segnalate dal Comune e anche di altri enti, non siano state minimamente ed adeguatamente considerate nè dalla società proponente Novate Mineraria né da Provincia di Sondrio.
Ecco le criticità più rilevanti:
1) utilizzo di esplosivi. Nei documenti progettuali di Novate Mineraria viene riportato il previsto utilizzo di un quantitativo di “circa 1000 kg” l’anno di dinamite.
Tale quantitativo è stato smentito solamente a voce e qualificato come “refuso”.
Però ad oggi nessuna prescrizione sull’utilizzo di esplosivo è stata imposta da Provincia di Sondrio.
Forse per Provincia di Sondrio non è un problema l’utilizzo di esplosivi di 2° categoria (gelatinati e pulverulenti) all’interno di un contesto tanto fragile, dove è ben nota l’instabilità del versante, il tutto al di sotto di un perimetro di frana attiva?2) totale assenza di approfondimento da parte dei funzionari di Provincia di Sondrio della tematica centrale, della precaria stabilità del versante.
Provincia di Sondrio non ha considerato gli eventi degli ultimi anni, ben noti a tutti, e neppure gli studi tecnico-scientifici, condotti appositamente da università e professionisti esperti del settore per conto del Comune.Si sono già dimenticati che a gennaio 2021 ben 76 persone sono state allontanante dalle loro case (che si trovano sotto la parete) per via della caduta di massi e frane?
3) il Comune di Novate Mezzola, il 25 marzo 2021, ben prima che venisse presentata l’istanza di Novate Mineraria chiedeva:
“lo stralcio dell’intero ambito estrattivo situato in località Foppa-Ganda Grossa per quanto riguarda sia il Piano cave Inerti che il Piano cave settore Lapideo a seguito dei sempre più frequenti fenomeni di crollo e caduta massi che interessano il versante orientale e quello meridionale del Monte Avedee” ed avvisava Provincia di Sondrio di avere affidato incarico “nell’ambito di aggiornamento dello studio geologico di PGT, per procedere all’adeguamento della cartografia PAI estendendo la perimetrazione di Frana attiva (Fa), che già interessa la maggior parte del versante orientale e meridionale del Monte Avedee, su cui insistono gli ambiti estrattivi, fino al piede della parete rocciosa stessa.”Il 4 maggio 2021 l’allora Presidente di Provincia di Sondrio, Elio Moretti rispondeva, che le criticità geologiche evidenziate sarebbero state valutate nell’ambito della procedura di cui all’articolo 27 bis del codice ambiente.
In sostanza rigettava la richiesta di avvio del procedimento per la modificazione del piano cave.Il Comune ha evidenziato durante tutto l’iter della conferenza di servizi le motivazioni ritenute ostative all’approvazione del
progetto. Infatti, il piano cave provinciale è già oggi inattuabile in quanto ci sono gravi e chiari elementi di pianificazione ostativi”.
Come da foto allegata il piano cave invade già un’ampia area di frana attiva, riconosciuta dal PAI (piano assetto idrogeologico) vigente.Provincia di Sondrio, però, nell’estratto del verbale di conferenza di servizi del 20 dicembre 2022, si è limitata a segnalare che la proposta comunale di estensione della zona di frana attiva (che impedisce la coltivazione della cava) “non ha ancora validità ed efficacia di pianificazione ostativa” in quanto non è ancora concluso l’iter di approvazione della modifica del PAI!
Come dire, fino a che la forma non sarà rispettata la sostanza, di per sé, non rileva.
Provincia di Sondrio ha dimostrato di esercitare l’azione amministrativa nel più superato dei modi, senza prestare la doverosa considerazione che merita il primo in assoluto dei problemi: la sicurezza e l’incolumità dei cittadini novatesi e del territorio comunale.
L’approccio provinciale non può essere ritenuto legittimo perché l’area di frana attiva è già riconosciuta oggi ed investe la maggior parte dell’Ambito Territoriale Estrattivo.Siccome Provincia di Sondrio non ha preso atto che l’attività di cava non potrà essere esercitata perché vulnerati interessi ben superiori a quelli economici, sarà il TAR a ripristinare il buon senso e la legalità.
Come Sindaco ho sottoposto a Provincia di Sondrio studi e proposte: di natura tecnico- scientifica, specifiche, serie, che attestano le condizioni dell’assetto geostrutturale dell’ammasso roccioso, oltre che le possibili conseguenze dovute agli effetti aggiuntivi di un’attività di escavazione.
Spiace, e molto, vedere che le nostre istanze sono rimaste del tutto inascoltate.
Leggerò, perciò, e molto volentieri, la sentenza.