Villa di Tirano, davvero vuoi... fare l’americana?
Un fatto che sta facendo discutere.
Sembra una barzelletta, ma, visti i precedenti, è praticamente certo che diverrà realtà. Villa, fra i vari capannoni spuntati come funghi negli ultimi anni, a breve vedrà sorgere anche un McDonald’s. Sì, in uno degli ultimi fazzoletti di terra alla convergenza fra il paese e il Comune di Tirano, dove è da poco spuntata la nuova Lidl, di cui tanto abbiamo parlato negli anni scorsi, è già in atto uno spianamento di terreno alquanto sospetto. E le voci si rincorrono, anche se al momento non c’è nulla di ufficiale. Però pare che il nuovo edificio sarà proprio della McDonald’s Corporation, catena di ristoranti di fast food statunitense. I ristoranti McDonald’s sono diffusi in tutto il mondo (impiegano a tempo pieno circa 438.000 persone) e sono diventati uno dei simboli più riconoscibili della cosiddetta globalizzazione, dello stile di vita frenetico e del consumismo moderno. Fino al 2018 è stata la maggior catena di fast food al mondo per numero di punti vendita, quando è stata superata da Subway.
E ora arriva a Villa di Tirano (in valle è già presente a Castione). La cosa si presta a vari tipi di ilarità, perchè che in un paese principalmente agricolo, si palesi la più importante catena di fast food americana, sembra una contraddizione in termini. E ci si continua a riempire la bocca con i prodotti locali, e le specificità e l’agriturismo bio. Ma che state a dire? Andiamo tutti a farci un hamburgher, alla faccia di mele e uva! Non c’è niente da fare, per Villa è un periodo davvero delicato. Ricordiamo che la tangenziale di Tirano sta solcando il suo territorio agricolo come una lama lungo l’Adda in modo devastante e anche il Comune ha espresso una contrarietà a cui non è mai stata data risposta.
A breve Terna, che non risponde a nessuna delle sollecitazioni del comitato Amici dei Chiari, costruirà una megacentrale in una delle zone di maggior pregio agricolo dell’intero fondovalle. E ora arrivano pure gli americani! Se non ci fosse da piangere, verrebbe da ridere. La notizia rimbalza di bar in bar, e certo potrebbe essere smentita immediatamente, ma gli scavi sono in corso e qualcosa di nuovo spunterà. Anche se sembra veramente un paradosso. Ma come? Il territorio che voleva candidare i terrazzamenti al patrimonio Unesco, il territorio delle specificità, il ritorno alle campagne... Tutte frasi di circostanza? Evidentemente sì. A breve ce ne andremo tutti a mangiare al fast food e magari ci gemelleremo con Tucson, Arizona. Resta da capire quanti ormai siano questi immensi capannoni, e nel caso della vendita alimentare come possano stare in piedi in una realtà in cui il bacino d’utenza è veramente ridotto. Eppure ci sono, proliferano e non si fermano. Si continua a costruire, in barba ad ogni logica di turismo sostenibile, di bellezza ambientale. Staremo a vedere se ancora una volta le voci da bar saranno confermate, come in questi casi quasi sempre accade. Ma la cosa certa è che avanti di questo passo potremo consegnare direttamente le chiavi di casa alla grande distribuzione o alla multinazionale di turno. Magari con i soldi guadagnati riusciremo ad andarcene in qualche parte del mondo dove potremo ritrovare il verde che prima avevamo fuori dalla porta. Buon appetito.