Il fatto

Difende il suo gregge, allevatore assalito dai lupi

E' accaduto ieri in Alto Lago

Difende il suo gregge, allevatore assalito dai lupi
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E' stato assalito da tre lupi mentre si trovava in quota dove era salito per difendere il suo gregge. E' accaduto ieri, lunedì 22 maggio 2023, sulla sponda comasca del Lario.

Difende il suo gregge, allevatore assalito dai lupi

A dare la notizia sono i colleghi di primalecco che spiegano quanto avvenuto all’Alpe di Ossuccio, a Tremezzina. Sono stati momenti di vera paura per Raffaele Castellazzi, salito in alpeggio a controllare il suo gregge dopo che, tra sabato e domenica, il giovane si era accorto che mancavano alcuni capi di bestiame: “Salito all’alpe, ho trovato le mie capre spaventatissime” racconta.

"Tutto poi è accaduto in un attimo: mi sono trovato circondato da tre lupi che hanno iniziato a girarmi attorno, uno mi è saltato addosso, ha morso la camicia e mi ha colpito anche sulla gamba: per fortuna di striscio, ma poteva sicuramente finire peggio. Non è più possibile lavorare in queste condizioni, ci sentiamo sotto assedio e siamo stati addirittura costretti a riportare il gregge a valle”.

Aggredito da tre lupi, la denuncia di Coldiretti Lecco Como

“Un fatto gravissimo - commenta il presidente della Coldiretti interprovinciale Fortunato Trezzi. - Non è più rinviabile il piano nazionale per la gestione delle specie selvatiche. Quella dei selvatici nelle province di Como e Lecco è una situazione completamente fuori controllo. È ora necessario proteggere i cittadini ma anche salvare gli animali: abbiamo un numero sempre crescente di capi di bestiame sbranati in Alta Lombardia, mentre la stagione dell’alpeggio è ancora all’inizio. Temiamo che il quadro possa solo peggiorare, purtroppo. Anche nelle nostre zone, la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi in alpeggio che rischia di portare all’abbandono della montagna”.

La popolazione di lupi è in forte aumento da nord a sud ed è stimata dall’Ispra – sottolinea la Coldiretti - intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola. Ormai i numeri impegnano le Istituzioni a definire un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera per la difesa degli agricoltori e degli animali allevati.

E numerosi sono stati gli avvistamenti e le predazioni sia in Alta Valtellina che nella zona della Valchiavenna (dove c'è stata anche una raccolta firme), non troppo distante quest'ultima dal luogo in cui è avvenuto l'ultimo episodio. Del resto, soltanto pochi giorni fa era stato ripreso un esemplare che scorrazzava sulla strada verso Madesimo (QUI IL VIDEO)

La preoccupazione di Coldiretti

"Il rischio vero oggi è – denuncia la Coldiretti interprovinciale – la scomparsa della presenza dell’uomo dalle aree interne del comprensorio lariano per l’abbandono di intere famiglie ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre (come la razza di Livo) e pecore".

“Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – conclude Trezzi – le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano i centri urbani in un ambito oggettivamente fragile come è, appunto, il comprensorio lariano”.

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