Tirano

"Il vescovo ci lasci il rettore Fogliada"

Appello di un Comitato di cittadini tiranesi devoti al Santuario di Madonna che si schiera contro il paventato cambiamento.

"Il vescovo ci lasci il rettore Fogliada"
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Riceviamo e pubblichiamo l’appello al vescovo Cantoni di un Comitato di tiranesi. "Siamo un gruppo di tiranesi, fedeli alla Madonna di Tirano e legati al suo Santuario. Alcuni di noi ritengono di aver ricevuto particolari grazie dalla Madonna nel corso della loro vita. A scrivere questa lettera non siamo in tanti ma assicuriamo di rappresentare la voce e l’opinione di molti con i quali ci siamo confrontati e che, in vari modi, l’hanno già esternata. Ci giungono alcune informazioni che, prima di tutto speriamo non siano vere ma, nel caso lo fossero, con tutto il rispetto dovuto all’autorità ecclesiastica, in tutta coscienza crediamo meritino un esame più attento e moralmente ci obbligano a non astenerci dall’esprimere il nostro parere. Ultimamente siamo venuti a conoscenza di cambiamenti che prossimamente ci saranno alla Basilica di Tirano. E’ un vero dispiacere sapere che l’attuale rettore, don Samuele Fogliada, dopo solo un anno e mezzo circa, verrebbe rimosso dal suo incarico senza una precisa, vera motivazione alla quale non potremmo pensare in modo serio senza dare credito alle numerose, allarmanti informazioni che ci giungono e che ci gettano nello sconforto: voci calunniose alle quali non crediamo, proprio per la diretta conoscenza che abbiamo di lui. Se lo spostamento di don Samuele fosse davvero imminente, siamo esterrefatti e ci chiediamo perché dato che, a nostro avviso e per tutto ciò che in questo periodo abbiamo potuto constatare di persona, il suo ministero presso la Basilica è stato ottimo e il suo amore verso il luogo dove è apparsa la Madonna ha stimolato l’attenzione, il coinvolgimento e la partecipazione dei fedeli, anche tra i più restii, al culto e alla messa".

Le domande

Non solo: "Ci chiediamo se sia davvero possibile che la Diocesi non pensi ai sentimenti e all’attenzione della comunità verso i suoi preti; soprattutto in una chiesa dalla straordinaria importanza come il Santuario di Tirano, luogo di passaggio per migliaia e migliaia di persone ogni anno; luogo dove la presenza della Madonna può essere davvero tangibile; luogo dove il divenire dei “miracoli” modifica gli animi delle persone e le avvicina sempre più a Dio. Ci risulta davvero altrettanto incomprensibile che tali decisioni, di fatto comunque di competenza della Diocesi, oggi non tengono in conto il parere di molti parrocchiani che desiderano solo avere un rapporto continuativo con i loro preti. Troppe volte rimossi; troppe volte strappati alla vita della comunità; troppe volte e in breve tempo. Nel corso della loro vita alcuni di noi hanno attraversato momenti particolarmente difficili e conflittuali coi cambiamenti che, legati al Santuario, si sono avvicendati negli anni. Quando, ad esempio, dopo parecchi decenni di presenza a Tirano dei Servi di Santa Maria il cui ministero fu eccellente e che garantivano stabilità, il Comune decise di far arrivare a Tirano un diverso ordine religioso, si creò un clima di tensione enorme e furono moltissimi i conflitti che vennero a crearsi: amico contro amico, padre contro figlio, litigi tra chi era a favore e chi contro la nuova amministrazione religiosa. Sono fatti di vita che, purtroppo, le famiglie non possono dimenticare. All’epoca furono molti, soprattutto fra i giovani, quelli che soffrirono profondamente per decisioni “politiche” prese da altri; molti anche coloro che, per tali sofferenze, decisero di allontanarsi dalla chiesa. Tutto ciò, in quale misura è giusto?".

Diffidenza

E ancora: "Questo contribuisce a creare diffidenza. Spesso, purtroppo, il malcontento si concretizza nell’allontanamento non dalla fede ma dalla chiesa. Ora un altro pastore, al fine accolto dalla comunità con quell’affetto che immediatamente ha saputo restituire, forse se ne dovrà andare. Abbiamo quasi la sensazione che il tutto non sia nel disegno di un miglioramento della condizione della chiesa più importante della provincia, bensì di un peggioramento. La Madonna ha voluto che il Santuario di Tirano fosse di proprietà dei sui figli, della gente di Tirano e, per tale motivo, è stato costruito e abbellito come oggi noi lo conosciamo, a gloria della Vergine Maria. Questo luogo, dove migliaia di persone incontrano la tangibilità della fede, non si merita un trattamento migliore? Siamo certi che l’umiltà e la gentilezza di don Samuele lo hanno sempre portato all’accoglienza, con remissione, di tutte le difficoltà e le malignità che si è trovato sul cammino. Proprio perché componenti della comunità pastorale, ci sentiamo la responsabilità di dovere esprimere il nostro disagio di fronte a decisioni che influiscono fortemente sulla comunità stessa. Sia chiaro che questa nostra iniziativa non è stata influenzata in nessun modo dal diretto interessato (semmai sarebbe il contrario) ma è stata dettata solo dal nostro cuore e dall’amore per la Madonna che sentiamo presente più che mai nella nostra chiesa. Ora ci sono solo le decisioni della curia e crediamo che anche le priorità pastorali dovrebbero essere ben ponderate al fine di ottenere la giusta misura. Ed è per questo che, con grande fervore, ci rivolgiamo al vescovo Oscar, sostenuto nella sua azione pastorale dal vicario monsignor Ivan Salvadori, tiranese d’adozione, affinché, dopo tanti anni martoriati dai cambiamenti, dalle discussioni divisive, dalla malattia della nuova peste, durante i quali la fede è già stata messa a durissima prova, ascoltando questa nostra voce alla stregua di una preghiera che sgorga dal cuore, possa decidere di lasciarci l’attuale rettore che riteniamo all’altezza di un compito che tutti noi percepiamo così spirituale, così delicato, così di alta responsabilità che, al contempo, può essere fortemente unificante oppure fortemente divisiva, in base alle decisioni di coloro che possono decidere".

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