colpevoli silenzi

Scempio al Lago Bianco per innevamento artificiale, un'altra ferita all'ambiente montano

Invettiva del Centro Culturale Oltre i Muri nei confronti del Parco Nazionale dello Stelvio, Ersaf, politici e amministratori locali

Scempio al Lago Bianco per innevamento artificiale, un'altra ferita all'ambiente montano
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La captazione delle acque del lago Bianco avrà un impatto negativo sull'ambiente montano, in particolare sulla biodiversità, il patrimonio culturale e paesaggistico. Questa la denuncia di Angelo Costanzo
Presidente del Centro Culturale Oltre i Muri che critica la gestione del Parco Nazionale dello Stelvio accusandolo di non aver fatto abbastanza per proteggere l'ambiente montano.
Nella nota stampa diffusa dall'associazione l'invito a riflettere sul futuro del turismo nei territori montani, che dovrebbe essere basato sulla tutela dell'ambiente e delle tradizioni locali.

Scempio

Riportiamo integralmente la comunicazione dell'associazione:

Prelevare l’acqua dal Lago Bianco, al passo Gavia, nel cuore del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio, per produrre neve artificiale, non può essere un problema da confinare esclusivamente in un rapporto conflittuale tra l’economia dei territori montani e la tutela ambientale. Archiviare il tutto come l’ennesima protesta ambientalista sarebbe una facile via di fuga, per alcuni amministratori locali.

Una fuga che si limita al consenso dell’oggi e che non si interroga di come le opere dell’uomo modificano territori e paesaggi. Gli amministratori locali dei comuni di montagna, in particolare dove esistono gli impianti di risalita per la pratica dello sci, dovrebbero anticipare le implicazioni dei cambiamenti climatici e gradualmente riconvertire un’economia che per anni ha fatto della monocultura dello sci di massa il core business del turismo.

La sfida del futuro è anticipare i cambiamenti, compresa la necessità di costruire un modello di turismo sostenibile che fa della naturalità e delle tradizioni dei luoghi l’attrattività turistica principale. Non è trasformando le montagne in grandi “luna park”, al servizio di un turismo che rischia di non avere più limiti nella sua pervasività, prevaricando la storia e l’identità dei luoghi, che si crea un’economia sostenibile. Plasmare i territori in luoghi di consumo turistico, secondo le mode del momento, perdendo la radice e l’essenza del vivere in montagna, è un gravissimo errore.

Non sfugge la complessità di un’economia costruita attorno all’industria dello sci, ma non si usino alibi per non affrontare le contraddizioni che la captazione delle acque del lago Bianco fanno emergere tra modelli economici e il valore ambientale della montagna. Tra i due non abbiamo dubbi, la tutela dell’ambiente montano deve avere la priorità. L’economia dei luoghi può trovare gradualmente altre strade di sviluppo che non prevedano la trasformazione di un lago alpino in un invaso per la produzione della neve artificiale.

L’aggravante, in questa situazione, è che la captazione delle acque del lago Bianco è all’interno del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio.

Il problema è profondo e investe direttamente la gestione e l’essenza del ruolo del Parco. Un Parco Nazionale smembrato nel 2015 in tre comitati di gestione, Regione Lombardia – Provincie Autonome di Trento e Bolzano. Un Parco che ha perso la sua unitarietà sotto il profilo scientifico e di tutela ambientale. Una scelta che ha relegato il Ministero dell’Ambiente ad un soggetto “marginale”, dove interessi locali prevalgono alla tutela ambientale. Ma la gestione del Parco non dovrebbe tutelare, conservare e valorizzare la biodiversità, il patrimonio culturale, paesaggistico, antropologico e storico del suo territorio? Non ci si nasconda dietro regolamenti gestionali per legittimare un nulla osta ai lavori di captazione delle acque del lago Bianco.

La camminata solidale che domenica 10 settembre ha portato molte persone ai 3014 s.l.m. del belvedere dei Tre Signori, ha evidenziato la contrarietà a trasformare uno splendido lago alpino in un invaso artificiale ad uso e consumo dello sci.

Vi sono responsabilità politiche e istituzionali chiare nelle scelte che si stanno facendo, anche in vista delle olimpiadi del 2026. Mentre nella vicina Valcamonica in molti si sono mobilitati, in provincia di Sondrio, solo in pochi hanno lanciato il grido d’allarme dello scempio ambientale. Un silenzio imbarazzante che dovrebbe fare riflettere molti del prevalere di interessi economici di pochi a discapito della tutela dell’ambiente. Ma che classe dirigente ha questo territorio che di fronte allo scempio che sta avvenendo all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, non sente l’esigenza di lanciare un grido d’allarme.

Perché il Direttore del Parco Nazionale dello Stelvio, l’architetto Franco Claretti, si trincera dietro un silenzio tombale, così come il Sindaco di Valfurva. Perché il Direttore di Ersaf, il Presidente della Comunità Montana Alta Valtellina, della Provincia di Sondrio e l’Assessore regionale alla Montagna, non prendono una posizione rispetto a quello che sta accadendo nel Parco Nazionale dello Stelvio. Chi riveste ruoli pubblici ha il dovere di esprimersi e chiarire quello che sta accadendo nel Parco.

I silenzi degli amministratoti locali e regionali, sono responsabilità culturali-politiche che peseranno sullo scempio del lago Bianco. Il passato non insegna nulla agli amministratori dell’alta valle e del Comune di Valfurva.

Al danno si aggiunge la beffa del ripetersi degli scempi ambientali già avvenuti in occasione dei mondiali di sci del 2005.

È giusto ricordare che la Riserva Naturale Statale “Tresero - Dosso del Vallon” è stata istituita come misura di compensazione proposta dalla Regione Lombardia a seguito della sentenza emessa il 20 settembre 2007 dalla Corte di Giustizia 4 Europea. Il Centro Culturale Oltre i Muri esprime la netta contrarietà ai lavori che stanno distruggendo l’habitat attorno al lago Bianco e invita a sostenere, la preziosa attività del Comitato “Salviamo il lago Bianco”, che ha depositato una diffida a proseguire i lavori che stanno devastano uno degli ultimi esempi di tundra artica, residuo dell’ultima glaciazione. Si fermi lo scempio ambientale dell’opera di captazione delle acque del lago Bianco. Si colga questa occasione per aprire un percorso di un confronto culturale sul futuro del turismo nei territori montani.
Angelo COSTANZO
Presidente del Centro Culturale
Oltre i Muri

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