Al di là delle aspettative

“La cultura rinasce (e passa in Valtellina)” ai saluti finali: venerdì la conclusione del progetto biennale

La seconda parte della relazione del pedagogista Franco Nembrini concluderà un cammino lungo e articolato, fatto di oltre venti iniziative culturali sul territorio locale.

“La cultura rinasce (e passa in Valtellina)” ai saluti finali: venerdì la conclusione del progetto biennale
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Con Franco Nembrini e la seconda (e ultima) parte del suo “Si può ancora dire ti voglio bene?” venerdì 27 ottobre si concluderà anche il progetto biennale “La cultura rinasce (e passa in Valtellina)”, promosso dalla Cooperativa Sociale Nicolò Rusca ETS e finanziato e patrocinato da Fondazione Cariplo. L’appuntamento è, appunto, per questo venerdì, a partire dalle 17.30, alla sala Besta della Banca Popolare di Sondrio.

“Si può ancora dire ti voglio bene?”

Nell’occasione sarà presentato e distribuito ai presenti anche l’opuscolo dove sono state fatte confluire le molteplici iniziative culturali - più di venti sul territorio - realizzate in questi due anni, spaziando dall’arte alla letteratura, passando per la musica, il cinema e il teatro. Un percorso impegnativo, che ha visto la collaborazione virtuosa di svariati enti operanti sul territorio locale, sotto la regia e il coordinamento della Cooperativa Sociale Nicolò Rusca ETS e delle Scuole Pio XII del capoluogo.

Mostre, cicli di incontri con relatori di caratura nazionale ed internazionale, lezioni, presentazioni di volumi, concerti e rappresentazioni, laboratori didattici, visite e decine di iniziative culturali collaterali come tante perle unite da un unico, resistentissimo filo: l’attenzione all’uomo e ai giovani, nella loro componente dinamica e relazionale, con l’obiettivo di favorire la riscoperta della consapevolezza dell’identità culturale attraverso la conoscenza e la valorizzazione dei beni e delle tradizioni culturali ed artistiche del territorio.

Al di là delle aspettative

"Due anni di lavoro a volte faticoso – dichiara Francesca Cannizzaro, coordinatrice didattica delle Scuole Pio XII –, ma sempre ricco di frutti anche al di là delle aspettative. Ci sono stati incontri con personalità di grande levatura che hanno portato testimonianze coinvolgenti e contributi culturali notevoli. Soprattutto, però, abbiamo incontrato tante persone che hanno visitato le mostre, partecipato agli incontri, dialogato, riso durante gli spettacoli o si sono commosse ascoltando la musica. Tutto questo ci ha fatto comprendere che c’è davvero fame di cultura, non quella astratta e libresca, ma quella che diventa un filo prezioso nella trama della vita di ciascuno di noi perché va al cuore dell’esperienza umana ed illumina la realtà in cui viviamo”.

E al cuore dell’uomo andrà anche venerdì, come è andato pure nei precedenti incontri all’interno del progetto “La cultura rinasce (e passa in Valtellina)”, il saggista e pedagogista Franco Nembrini. Dopo la prima parte di lunedì 16 alla sala Martinelli della Camera di Commercio, il secondo incontro di “Si può ancora dire ti voglio bene?” proseguirà e concluderà la lettura e il commento dell’opera teatrale in sei quadri Miguel Mañara del drammaturgo lituano Oscar Milosz.

Don Miguel Mañara

Don Miguel Mañara è un giovane nobile spagnolo, noto in tutta Siviglia per essere un grande seduttore. Ma è profondamente insoddisfatto. Incontrando una giovane donna, scopre cosa gli manca davvero: una sposa. Per Miguel inizia così una nuova vita, ma poco dopo le nozze sua moglie Girolama muore. L’esperienza del dolore costringe ancora una volta il giovane a guardare in fondo al suo cuore: deciderà di farsi frate e morirà in odore di santità.

Di sé, lui aveva ben altra idea, tanto da scrivere nel suo testamento:

"Io, don Miguel Mañara, cenere e polvere, miserabile peccatore, per la maggior parte della mia vita ho offeso l’altissima maestà di Dio mio Padre, di cui confesso di essere creatura e schiavo. Ho servito Babilonia e il Diavolo suo principe con mille abomini, orgoglio, adulteri, bestemmie, scandali, brigantaggio. I miei peccati e le mie infamie sono senza numero e solo la grande saggezza di Dio li può nominare, la sua pazienza infinita sopportarli e la sua infinita misericordia perdonarli. Sul mio sepolcro si metta una pietra con questo epitaffio: Qui giacciono i resti del peggior uomo che ci fu al mondo. Pregate per lui".

L’ingresso è libero e l’invito a partecipare è rivolto a tutti.

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