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Como Acqua punta alla parità di genere: “È un passo fondamentale per la crescita, anche economica”

Il Presidente e AD, Ing. Enrico Pezzoli, parla del progetto dell’utility sul contrasto al gender gap

Como Acqua punta alla parità di genere: “È un passo fondamentale per la crescita, anche economica”
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Como Acqua si è posta un obiettivo ambizioso: il conseguimento della certificazione UNI/pdR 125:2020 sulla parità di genere. Si tratta di uno strumento che permette, attraverso un set di specifici KPI (Key Performance Indicator, ossia indicatori chiave di prestazione), di misurare il grado di maturità di una organizzazione, ma soprattutto di continuare a monitorarne l’evoluzione così da evidenziare i miglioramenti e comprendere l’efficacia degli interventi. Ormai da qualche mese, il gestore unico del Servizio Idrico Integrato della provincia di Como ha intrapreso un percorso finalizzato al contrasto del gender gap, pur partendo da dati piuttosto incoraggianti. Alla fine del 2022, infatti, il 38% della forza-lavoro era formato da donne. “Considerato anche che nel frattempo abbiamo assistito ad un’ulteriore crescita del perimetro aziendale, possiamo affermare di assicurare un’equa rappresentanza di genere, ma ovviamente puntiamo a migliorare ulteriormente questo dato”, spiega il Presidente e AD, Ing. Enrico Pezzoli.

Quali saranno i prossimi passi?

“Intendiamo coinvolgere tutti i lavoratori, al fine elaborare una cultura aziendale condivisa. E’ stato elaborato un questionario per meglio comprendere e inquadrare i temi salienti e la loro percezione all’interno di Como Acqua. Successivamente è stato chiesto ai dipendenti di partecipare ad alcuni gruppi di lavoro che possano promuovere concretamente iniziative e avanzare proposte. Tutte le idee ed i progetti saranno poi sottoposti ad un Comitato Guida”.

Quali saranno le tematiche dei gruppi di lavoro?

“I focus sono molteplici e spaziano dalle modalità di selezione e assunzione (che già oggi seguono procedure neutrali e trasparenti) alla tutela della genitorialità, sino alla conciliazione famiglia-lavoro, senza tralasciare le attività di prevenzione di ogni forma di abuso, sia esso fisico, verbale o anche digitale”.

Perché considera questo obiettivo così importante?

“Per diverse ragioni. Come uomo, in un’epoca in cui tanto si parla di violenza di genere e discriminazioni, trovo doveroso spendermi per promuovere un cambio di paradigma culturale, che abbandoni finalmente i bias cognitivi e gli stereotipi che si trascinano di generazione in generazione, nostro malgrado. Come padre, desidero per i miei figli una società più giusta e questo passa necessariamente anche da una maggiore equità tra uomini e donne. Come Presidente e AD di Como Acqua riconosco nella parità di genere un motore di crescita economica e di sviluppo. Valorizzare le risorse umane è la chiave per il successo di un’azienda e questo è dimostrato anche dai dati: secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, se le lavoratrici fossero numericamente pari ai lavoratori, il PIL del nostro Paese aumenterebbe dell’11%”.

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