Svincolo del Trippi, riesplode la polemica
Bufera tra l'assessore regionale Massimo Sertori, il segretario del Pd Michele Iannotti e la sindaca di Montagna Barbara Baldini
Sono bastate alcune frasi pronunciate dall'assessore regionale Massimo Sertori a margine di un incontro in Provincia a ridare fuoco alle polemiche sul progetto della nuovo svincolo sulla tangenziale di Sondrio al Trippi. Dure le prese di posizione sia del Pd che della sindaca di Montagna, Barbara Baldini.
Svincolo del Trippi, riesplode la polemica
Ieri, giovedì 29 febbraio, l'assessore regionale aveva parlato del progetto. Aveva affermato che, stante i tempi ristretti, quello proposto è l'unico tecnicamente fattibile. Ha inoltre chiesto unità d'intenti a tutta la Valle per portare a case le opere in vista delle Olimpiadi invernali del 2026 sottolineando anche che i lavori, se non ci saranno intoppi, saranno ultimato entro la fine del 2025. O meglio, come già era stato detto a più riprese, che sarà garantito il passaggio dei mezzi sulla nuova strada anche se mancheranno alcune finiture.
Sertori, ha poi ribadito che questo progetto è l'unico tecnicamente realizzabile visti i tempi e che risolve un problema annoso, ben noto a tutti i valtellinesi. E, per finire, non ha risparmiato qualche punzecchiatura a chi si dice contrario proponendo alternative che, a suo dire, non sono percorribili. E le ha tacciate di polemiche tutte di matrice politica.
La replica del Pd
Il segretario del Pd di Sondrio, Michele Iannotti, risponde all’assessore regionale alla Montagna Massimo Sertori che parlando di Olimpiadi 2026 e della definizione dei progetti degli svincoli della tangenziale di Sondrio alla Sassella e del Trippi ha invitato chi la pensa in maniera differente «a non perdere tempo in polemiche stupide, ma a cercare di concentrarsi sul costruire».
«Credo che il compito della politica - dichiara Iannotti -, sia quello di agevolare la realizzazione di interventi funzionali e con un basso impatto sul territorio, non di imporre scelte non condivise. Sertori ha ragione nel richiamare tutti a non usare questo tema come elemento di contrapposizione partitica, siamo da sempre convinti che si debba lavorare tutti nell’interesse della nostra provincia e dei cittadini, ma dietro questa affermazione non deve celarsi l’ostinazione di chi ha già deciso per tutti e non accetta il confronto».
Il Partito democratico non da ora riconosce la necessità di intervenire per risolvere i due nodi viabilistici al Trippi e alla Sassella: «Le vediamo tutti le lunghe code che si creano in alcune ore della giornata - dice Iannotti -, ma riteniamo che non si possa pensare di risolvere i problemi creandone altri, perché questo è il rischio che corriamo. Sarebbe meglio utilizzare le risorse economiche che abbiamo per soluzioni progettuali che non impattino pesantemente sul territorio e che le criticità le risolvano definitivamente».
Il ragionamento secondo il Pd è semplice: la previsione di fine lavori per entrambi gli interventi cade oltre l’evento olimpico, marzo e maggio 2026, «a questo punto - insiste il segretario dem - non è meglio fermarsi per riconsiderare progetti alternativi? Se anche servissero 4 o 5 mesi per rivedere i piani, ma avessimo la consapevolezza di realizzare interventi davvero funzionali, e che soprattutto siano collocati dentro una visione di insieme, non sarebbe tempo speso bene? Siamo tutti per il fare, ma fare bene. Questo è quello che si aspettano i cittadini da noi».
Iannotti ricorda che per lo svincolo alla Sassella esiste già una soluzione alternativa, nata da un’idea del compianto architetto Piercarlo Stefanelli: realizzare un sottopasso anziché un cavalcavia, preservando uno degli angoli più belli e di pregio ambientale di Sondrio. <Senza dimenticare - aggiunge Iannotti - che questa soluzione avrebbe anche un costo notevolmente inferiore, con tempi più contenuti e modalità di cantierizzazione meno impattanti. Le tecnologie e i materiali di oggi consentono tra l’altro l’opportuna impermeabilizzazione del sottopasso, anche in caso di ipotetico rialzo della falda dell’Adda».
E alternative ce ne sono anche per l’altro capo della tangenziale. «Al Trippi - ricorda Iannotti - si vuole realizzare una nuova bretella sopraelevata che scavalchi Adda e ferrovia sacrificando fondamentali spazi privati di aziende e creando un impatto devastante sul territorio sotto il profilo ambientale, naturalistico, paesaggistico e antropologico anche in considerazione del fatto che il raccordo previsto con la strada esistente creerà non pochi problemi alla viabilità comunale di Montagna». In altre parole un’opera non risolutiva dopo trent'anni di attesa. «Una scelta progettuale - prosegue Iannotti - che non solo non contempla la prosecuzione della tangenziale verso Poggiridenti e Tresivio, come prevede il progetto Anas del 2004 (progetto esistente e già pagato con fondi della Legge Valtellina, oltre che recepito nei piani territoriali vigenti, sia della Provincia di Sondrio che della Regione Lombardia), ma preclude la possibilità di proseguire nella realizzazione della tangenziale stessa, contrariamente a quanto sostiene l’assessore Sertori. Perché tecnicamente potrà avere ragione, ma sarebbe quanto meno irrazionale immaginare la realizzazione di due interventi di quella portata, in quella zona con un enorme spreco di risorse economiche che, invece, vanno usate al meglio».
La rabbia della sindaca di Montagna
Anche Barbara Baldini ha diffuso una nota nella quale replica all'assessore regionale: "In risposta alle recenti dichiarazioni dell’Assessore regionale Massimo Sertori, riguardanti la questione del cavalcavia del Trippi e alle implicazioni legate alle Olimpiadi del 2026, desidero chiarire alcuni punti fondamentali e ribadirne altri che sembrano essere stati travisati o fraintesi. In primo luogo, ritengo sia necessario sottolineare che, contrariamente a quanto affermato da Sertori, il Comune di Montagna in Valtellina non ha mai organizzato un incontro pubblico coinvolgendo partiti politici. L’assemblea del 10 febbraio scorso si inserisce fra le iniziative portate avanti dal Comitato spontaneo dei cittadini contrari al cavalcavia, che agiscono nell’interesse della nostra comunità e senza coperture politiche di alcun genere. Le affermazioni in tal senso sono prive di fondamento e ritengo sia scorretto diffondere tali falsità".
E ancora: "Riguardo alla questione del cavalcavia del Trippi, ribadisco che la contrarietà di Montagna in Valtellina alla sua realizzazione non è dettata da motivazioni ideologiche o partitiche, bensì è supportata da un’ampia base di pareri tecnici espressi da diversi specialisti oltre che dalla Soprintendenza speciale per il PNRR. L’opera, a dispetto degli annunci roboanti, non costituisce una risposta adeguata all’annoso problema del passaggio a livello e, fatto più grave, annulla ogni prospettiva di prosecuzione della tangenziale di Sondrio. È fondamentale comprendere che la nostra posizione è motivata dalla necessità di valutare attentamente le implicazioni sul territorio e sulla mobilità, considerando le esigenze della nostra comunità. Aggiungo, dopo aver letto le parole del Presidente dell’Aci di Sondrio, che altrettanto dovrebbero fare i comuni contermini che, se l’opera venisse realizzata come da progetto, rischierebbero di avere conseguenze in termini viabilistici e di qualità della vita pari a quelle di Montagna in Valtellina. Inoltre, respingo fermamente l’accusa di aver indetto un dibattito fuori tempo massimo.
Baldini prosegue: "L’amministrazione ha preso posizione sull’opera fin dal 2019 e ha sempre cercato di dialogare con la committenza in modo costruttivo, ma senza avere alcun tipo di ascolto alle proprie richieste. L’incontro pubblico del 10 febbraio scorso è stato organizzato per informare la cittadinanza in modo trasparente e democratico, affinché tutti potessero esprimere le proprie opinioni e preoccupazioni in merito alla questione. La massiccia partecipazione (oltre 250 persone) di diverse voci ha garantito un confronto serio e inclusivo. All’esito dell’incontro pubblico è emerso che tutti i partecipanti erano contrari alla realizzazione dell’opera".
Quindi conclude: " Infine, venendo alle opere legate alle Olimpiadi del 2026, ritengo sia fondamentale sottolineare che la tempistica e la qualità delle realizzazioni devono essere valutate con attenzione. È nostro dovere come amministratori assicurarci che gli interventi pianificati rispondano realmente alle esigenze della cittadinanza, senza trascurare l’impatto ambientale, sociale, viabilistico e della sicurezza in caso di emergenze. Le Olimpiadi sono state assegnate nel giugno del 2019 e se molte opere, tra le quali questa, non saranno pronte per l’inizio dei giochi, le ragioni non possono certo essere attribuite a chi da sempre ha agito con la massima responsabilità. Invito pertanto l’Assessore Sertori e tutti coloro che sono coinvolti (o che dovrebbero esserlo) in questa discussione a condurre un dialogo costruttivo e rispettoso, basato sui fatti e sulle necessità reali della nostra comunità e non su affermazioni che in estrema sintesi dicono “ci sono 50 milioni e occorre cogliere l’opportunità”. Solo attraverso un confronto aperto e obiettivo potremo giungere a soluzioni che rispondano alle sfide e alle occasioni che il futuro ci riserva".