Incontro di supporto ai giovani
Serata sul tema dell’aiuto organizzata dalla Comunità Parrocchiale, rappresentata da don Gianluca Dei Cas e dal Comune.
"Mi fermo e chiedo aiuto". E’ stato il titolo della serata partecipata da adolescenti e giovani fino ai 30 anni, organizzata dalla Comunità Parrocchiale, rappresentata da don Gianluca Dei Cas e dal Comune, che hanno portato a riflettere sul fatto che "chiedere aiuto è un atto di coraggio, significa recuperare situazioni complicate e farlo nei tempi giusti prima che la vita si complichi ulteriormente". Tanti i presenti, tra loro i referenti dei gruppi Punto Famiglie, Punto di Ascolto e di Aiuto, Open Space del CaG Centro di Aggregazione Giovanile, Gruppo Alcolisti Anonimi, Gruppo di Auto Mutuo Aiuto dei famigliari degli alcolisti anonimi e del lutto, gruppo Ama per famigliari di persone con disturbi psichici, Gruppo di Parola per genitori separati.
Rupani
Cristina Rupani, assessore in materia di Politiche alla persona, istruzione, Comunità solidale, specializzata in psicoterapia, ha esordito riportando le parole del giornalista Massimo Gramellini. "Siamo capaci di chiederci cosa ci fa male? Abbiamo il coraggio di chiedere aiuto, invece che cercare responsabili esterni al nostro disagio o addirittura arrivare a negarlo? Chiedere aiuto è atto di umiltà più forte della vergogna, una prova di maturità, presa di consapevolezza, è abbandonarsi, il contrario di arrendersi. Chi chiede aiuto finisce quasi sempre per riparare le proprie crepe e quelle delle relazioni in cui è coinvolto". Così Rupani: "Nella mia esperienza mi capita di trovarmi di fronte a persone timorose di aver fatto la scelta sbagliata nel richiedere un supporto psicoterapico. Ma ciò invece significa riuscire a dare al proprio dolore l’importanza che merita, trovare strumenti per gestire il malessere, darsi la possibilità di sentirsi un po’ meno soli". Rupani ha catturato l’attenzione dei giovani, usando il loro linguaggio, anche quello musicale, citando Sangiovanni che a Sanremo canta di salute mentale.