Lago Bianco, tutto tornerà come prima
Le Associazioni di protezione ambientale hanno condotto il sopralluogo insieme con Parco, Comune e Regione Lombardia.
Il 26 luglio, al Lago Bianco, passo Gavia, 2620 metri, le Associazioni di protezione ambientale dell’Osservatorio del Parco Nazionale dello Stelvio (Cai, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Pro Natura, Touring Club, WWF), il Comitato Salviamo il Lago Bianco, in staffetta sinergica, sono riusciti a portare Parco, Comune e Regione Lombardia, nel sopralluogo in cui è stato concordato il ripristino più idoneo, da parte delle autorità, dei danni inferti all’area protetta.
Nonostante sia un luogo protetto da Direttive europee Uccelli e Habitat, tutelato come Riserva Tresero Dosso del Vallon, ricompreso nel Parco, lo scorso anno è stato aperto un cantiere per sfruttare le acque del lago e alimentare l’innevamento artificiale della Società Impianti sulle piste di Santa Caterina; il progetto prevedeva l’installazione di due condotte, con lo scavo di un cratere per installare la macchina spingitubo e una pompa per prelievo d’acqua sulla sponda del lago.
Scavo interrotto dal fermo cantiere del Comune, grazie alle azioni di Osservatorio e vigili cittadini; sul terreno rimane una cicatrice larga 15-20 metri, lunga 100, estesa 1500-2000 mq.
Osservatorio
Così l’Osservatorio.
"Le misure di ripristino saranno condotte così da contenere il disturbo alla vegetazione, che lentamente e con fatica, si sta riprendendo. Il tubo che emerge dal fondo del lago, sarà rimosso con taglio manuale; i pozzetti di calcestruzzo, ricoperti, i solchi nel terreno, colmati; un triste esempio di aggressione ingiustificata a un sito delicato, che non dovrà più ripetersi. E’ incomprensibile come le istituzioni abbiano approvato un simile progetto, incuranti della normativa sulle aree protette.
La mancanza di un Piano del Parco e di un Regolamento, che rivendichiamo, espongono di più i territori ad appetiti economici".
Dice Antonio Muraca, Italia Nostra Sondrio. "Un risultato raggiunto con la cooperazione di enti e Osservatorio, che con rispetto, coscienza e onestà intellettuale, si sono confrontati, collaborando a individuare le soluzioni migliori a riportare, in modo naturale, i luoghi allo stato originario; la natura è molto resiliente, in 10 anni si sarà riappropriata degli spazi; siamo arrivati in tempo. Grande assunzione di responsabilità del sindaco Luca Bellotti, a occuparsi dei lavori".