Giornata Diocesana dell’Ammalato a Tirano
Evento particolarmente sentito e partecipato, coordinato dalle Sottosezioni Unitalsi di Como e di Sondrio.
Domenica 1 settembre 2024, presso il Santuario dell’Apparizione della Vergine Maria a Tirano (So), si è tenuta la Giornata Diocesana dell’Ammalato, un evento particolarmente sentito e partecipato, coordinato dalle Sottosezioni Unitalsi di Como e di Sondrio. L’evento ha visto la presenza di oltre 150 unitalsiani, provenienti in egual numero dalle province di Como e Sondrio, con una mobilitazione di un pullman e due pulmini attrezzati per il trasporto dei partecipanti.
La giornata è iniziata con l’accoglienza dei pellegrini e un momento riservato alle confessioni, seguiti dalla celebrazione della Santa Messa, presieduta dal vicario generale della diocesi di Como, monsignor Ivan Salvadori. Durante l’omelia, monsignor Salvadori ha trasmesso i saluti e la vicinanza spirituale del vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, sottolineando l’importanza della vicinanza divina nel momento della sofferenza, come espresso dalle parole della Vergine Maria al beato Mario negli inizi del Cinquecento: «bene avrai».
Nel pomeriggio, i fedeli hanno partecipato alla recita del Rosario presso lo speco dell’Apparizione, seguita dall’esposizione e adorazione eucaristica. Il culmine della giornata è stato il momento della benedizione dei malati, un rito carico di significato e speranza per tutti i presenti.
Riflessioni dell’omelia di Monsignor Ivan Salvadori
Durante l’omelia, monsignor Ivan Salvadori ha affrontato il tema complesso e profondamente umano del mistero della malattia e della sofferenza, offrendo parole di conforto e riflessione per tutti i partecipanti. Ha esordito ricordando che la sofferenza, pur essendo un’esperienza che può oscurare la percezione dell’amore divino, non è mai una punizione da parte di Dio. Piuttosto, è nelle prove della vita che Dio si fa presente, vicino a ciascuno di noi, condividendo il nostro dolore e offrendoci la forza necessaria per affrontarlo.
Monsignor Salvadori ha richiamato l’attenzione sulla figura di Giobbe, il giusto che, pur essendo colpito da innumerevoli sventure, scopre che la sofferenza non è una punizione divina, ma un mistero da affrontare con fede. Dio, ha ricordato il vicario, non ci manda la malattia, ma ci offre strumenti – come la scienza e la medicina – per combatterla, manifestando così il suo amore per l’umanità.
L’omelia ha sottolineato anche il pericolo dell’ipocrisia, una malattia del cuore ben più insidiosa di quella fisica, che allontana l’uomo dalla verità di sé e di Dio. L’ipocrisia, ha detto monsignor Salvadori, è una contraddizione tra l’apparenza esteriore e la verità interiore, e solo attraverso un amore sincero e autentico si può vivere una vita veramente cristiana.
Il messaggio centrale dell’omelia si è concentrato sull’amore come forza trasformante e guaritrice, capace di dare senso alla sofferenza e di condurre verso la pace interiore. Citando Sant’Agostino, monsignor Salvadori ha concluso: «Ama e fa ciò che vuoi», ricordando che l’amore deve essere alla base di ogni azione umana, perché solo da esso può scaturire il bene.
La giornata si è conclusa con la speranza e la consapevolezza, per tutti i presenti, che nelle difficoltà e nel dolore Dio è sempre accanto a noi, pronto a offrirci il suo sostegno e la sua consolazione.