Bormio piange Italo Pradella, esempio di uomo e imprenditore
Si è spento all’età di 88 anni lo storico grafico dell’omonima attività del 1918 oggi divenuta Grafiche Pradella.
Si è spento all’età di 88 anni, Italo Pradella, storico grafico dell’omonima attività che mosse i primi passi nel campo della stampa e del disegno nel lontano 1918, quando il padre, Ido, nel retro bottega della cartoleria di via De Simoni, iniziò a fare funzionare una piccola macchina tipografica e realizzare manifesti. Attività cresciuta, e divenuta oggi una realtà economica di eccellenza, nel settore dell’etichettatura e marcatura, produzione di sleeve, prodotti in rotolo, packaging, foglietti illustrativi, macchine e sistemi: Grafiche Pradella, oggi una PMI, piccola media impresa, specializzata, che da tre generazioni si evolve nella ricerca della soddisfazione dei clienti, non più a Bormio, ma a Mazzo di Valtellina e a Cinisello Balsamo, sviluppandosi per un totale di superficie, tra capannoni e uffici, di 10 mila mq. Innovazione tecnologica costante, standard qualitativi elevati e personale altamente specializzato, rendono Grafiche Pradella un’eccellenza nel mondo, con un’impronta di sostenibilità e un ricco bagaglio di certificazioni. Italo, da qualche anno, aveva lasciato il timone al figlio Gabriele, classe 1971, che ben lo rappresenta per passione e dinamismo. Italo aveva studiato cinque anni alla scuola di tipografia dei Salesiani a Brescia; tipografo, aiutava il papà, insieme a fratello Felice, insegnante che si occupava dell’amministrazione; una famiglia unita; anche le sorelle Pina e Rina aiutavano a produrre i famosi blocchetti di carta colorata e carbone per le ricevute. Lo ricordano i vicini di casa, in centro storico a Bormio, nel vicolo dove aveva il laboratorio, ad ogni ora caricare e scaricare, fare andare le macchine, un rumore che era una presenza. Ma se Italo è stato un esempio di imprenditore operoso, i figli Paola, Roberta e Gabriele, lo ricordano soprattutto per essere stato un padre premuroso, che tanto li ha amati.
Ricordi
Così Roberta. "Un papà meraviglioso, molto affettuoso, generoso, dedito alla famiglia, il suo hobby, perchè dopo il lavoro si prendeva tutti gli spazi per dedicare il suo tempo a stare con noi, in un rapporto speciale; il sabato e la domenica erano sacri. Poteva essere la sciata insieme, che tanto gli piaceva fare (l’ultima, nel marzo 2016), o un pranzo, una festa, perchè gli piaceva tanto cucinare; a noi teneva moltissimo. Magari aveva pochi amici per non trascurarci; era una persona di poche parole, buona, spiritosa, con la battuta pronta che lo rendeva simpatico, una persona piacevole con cui stare, dicono tutti quelli che l’hanno conosciuto. Ci ha sempre viziato, nelle piccole e nelle grandi cose; ci teneva a portarci a scuola in macchina per approfittare di quei cinque minuti preziosi da passare con noi. Ci ha permesso di continuare gli studi". Italo ha amato tanto anche la sua sposa, Maria Pia, di Battipaglia, conosciuta in treno, con cui ha trascorso 62 anni di matrimonio; gli piaceva tanto la montagna ma anche il mare. Suo suocero, Federico, valtellinese, capomastro, era stato un migrante dal nord verso il sud Italia, ma con la guerra perse tutto e rientrò a casa. I famigliari. "Profonda la sua mancanza, ma sarà bello pensare ai bellissimi ricordi che ci ha lasciato e ai momenti passati insieme, che ci daranno la forza di superare questo momento e farcene purtroppo una ragione".