Dighe senza piani di emergenza, secondo il Partito Democratico è a rischio la sicurezza dei cittadini
Il Pd incalza: "procedere velocemente all’approvazione dei piani"
Tredici piani di emergenza su 77, nessuno per gli impianti valtellinesi, il Partito democratico torna sul delicato problema della messa in sicurezza delle dighe con un’interrogazione parlamentare.
Piani di emergenza
Dopo che il gruppo consiliare regionale dem la scorsa settimana aveva presentato in consiglio un’interrogazione all’assessore competente, primo firmatario il Jacopo Scandella, per chiedere quando la giunta Fontana approverà finalmente i Piani di emergenza diga (Ped) mancanti, in accordo con la segreteria provinciale di Sondrio, proprio oggi è stata depositata anche un’interrogazione parlamentare dall’onorevole Gianni Girelli, primo firmatario, dall’onorevole Silvia Roggiani, segretaria regionale del partito lombardo e da tutti gli altri deputati lombardi del PD. Il documento chiede un intervento del Ministro competente affinché vengano accelerati i processi necessari per la redazione dei Ped da parte di Regione Lombardia.
Questione delicata
La questione è delicata e ha a che vedere con la sicurezza degli impianti e dunque dei cittadini. Sul territorio lombardo ci sono 77 grandi dighe, per ciascuna delle quali dovrebbe essere redatto e approvato dalla giunta regionale il relativo Piano di emergenza, strumento di pianificazione per la gestione delle emergenze di Protezione civile, finalizzato a contrastare in modo coordinato e pianificato eventuali situazioni di pericolo come, ad esempio, onde di piena artificiale, rischio idrogeologico che insiste sugli invasi e i relativi manufatti. Oltre all’inquadramento territoriale, nei Ped devono essere descritte e mappate le aree a rischio inondazione, evidenziandone gli elementi esposti a rischio, tra cui edifici, scuole, ospedali, viabilità, ponti; in particolare deve essere definito il modello di intervento - chi fa che cosa -, pianificando il coinvolgimento di tutti i soggetti direttamente interessati.
Dei 77 Ped che la Regione Lombardia è tenuta ad approvare, finora ne sono stati redatti e approvati soltanto 13.
Più del 35% sono in Valle
"La provincia di Sondrio è fortemente interessata a questo tema - dichiara il segretario provinciale del Pd, Michele Iannotti -, perché di tutti gli impianti sul suo territorio ce ne sono 27, più del 35% del totale delle dighe lombarde, e nessuna di queste rientra purtroppo tra le 13 fortunate per le quali è stato approvato il Ped". "Si tratta di una situazione estremamente preoccupante - rimarca l’onorevole Girelli - poiché sempre più frequentemente si presentano, anche in Lombardia, fenomeni meteorologici avversi molto rilevanti, che richiedono attenzione e preparazione per limitare eventuali danni a persone e cose".
"Non vogliamo fare allarmismi - aggiunge il segretario provinciale dem -, ma chi ha la responsabilità di redigere ed approvare questi Piani, e mi riferisco alla Regione Lombardia, lo faccia, e anche in fretta; da parte nostra useremo ogni strumento che abbiamo a disposizione per stimolarne l’approvazione: la sicurezza dei cittadini viene prima di ogni cosa. Anche per questo ringrazio il gruppo consiliare regionale e i parlamentari lombardi del Pd per il supporto che ci danno a Milano e a Roma".
L’auspicio di Girelli e Roggiani è che il Ministro competente faccia le dovute pressioni sulla Regione Lombardia affinché ottemperi ad un obbligo normativo che gli compete:
"Si chiedono maggiori competenze e poi non si riesce ad esercitare nemmeno quelle che si hanno".
"Da tempo in provincia assistiamo ad un giusto dibattito su quelle che dovrebbero essere le modalità di rinnovo delle concessioni idroelettriche - conclude Iannotti -, con le relative ricadute economiche e sociali che impatteranno sul territorio; credo che almeno lo stesso tempo debba essere speso per un tema ancora più importante come quello della sicurezza delle dighe. Chi ha la responsabilità si muova!".