Tirano

Perchè la pista di Trivigno è chiusa?

Nota congiunta del presidente Cm e dei sindaci interessati che assicurano di essere al lavoro per trovare una soluzione.

Perchè la pista di Trivigno è chiusa?
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La chiusura della pista da fondo di Trivigno sta generando qualche protesta da parte degli utenti abituali e degli operatori del settore. Così l’operatore Antonio Stefanini in un post: "Pare che quest’inverno la pista da fondo di Trivigno non verrà battuta. Gli enti che si riempiono la bocca di turismo cosa fanno per offrire un elemento essenziale come il fondo a integrazione dell’offerta invernale? A cosa serve una struttura di servizio apposita, costruita recentemente in loco?". E non è stato solo Stefanini a sollevare il caso, come sempre ci mette del suo anche il tecnico Santo Spavetti. "Considerato quanto detto da un grande personaggio di Tirano, Mario Cotelli, padre della Valanga Azzurra: "Prendiamo il caso emblematico di Sankt Moritz: c’è lo sci, c’è lo sci da fondo, c’è il bob, c’è lo slittino, ci sono le passeggiate, slitte a cavalli e poi c’è il centro per cui ci sono una serie di riferimenti in cui tutti si ritrovano e tutti hanno qualcosa da fare. Ma in Valtellina che cos’altro puoi fare se non lo sci? Questo non è turismo e noi ci siamo fossilizzati su un’offerta monotematica”. Il caso della Valmalenco è il più emblematico di tutti perché ai gestori degli impianti non interessa di portare gli sciatori in paese, ma interessa che vi siano le strade per far arrivare gli sciatori all’impianto, fare la “giostra dello sci” per poi scendere a sera, prendere l’auto e ripartire. Questo non è turismo, questo è “giostra”. Turismo significa capacità di interdipendenza, di interrelazioni tra vari fattori produttivi all’interno del comprensorio. Senza spirito di solidarietà e di sussidiarietà fra fattori il turismo non si fa, e questo è quello che manca in Valtellina".

Turismo

Stante il danno al turismo e alle strutture ricettive, "sarebbe il caso che gli amministratori dei Comuni interessati (più che altro Aprica e Corteno), fornissero informazioni in merito. Ai proprietari dei terreni si può pagare un canone, facendo pagare l’entrata da 3 a 5 euro, se viene pagato un canone, non vedrei motivi per non lasciar fare la pista. Però se devono far passare gratis e magari raccogliere anche rifiuti... Non so però se è questo il problema. Bisogna ragionare sul contribuire alle spese, come comprensorio di vari Comuni interessati". Col tempo "chiaramente, le famiglie andranno dove tutti possono fare qualcosa, se uno della famiglia fa fondo intanto che l’altro fa discesa? Privilegeranno località dove ci sono queste realtà. Per cui una pista da fondo è importante. Ma la spettabile Comunità montana di Tirano? Oltre a disboscare viali alberati, finanziare marciapiedi e realizzare passerelle in ferro ridicole al Pian di Gembro che fa? Si interessa anche di quanto serve al turismo?". Non solo. Chiaramente i turisti possono soggiornare anche a Tirano, baricentrico con molte località, "ma maggiormente penalizzate sono le strutture ricettive di Aprica e Corteno, questi Comuni si interessino facendo un accordo di cofinanziamento con Tirano".

Risposta

La risposta a queste sollecitazioni non si è fatta attendere con una nota congiunta del presidente della Comunità montana Valtellina di Tirano Giordana Caelli, del sindaco di Tirano Stefania Stoppani e del sindaco di Villa di Tirano Franco Marantelli. "Desideriamo chiarire che la pista di Trivigno, non utilizzata già da 2 anni, è una realtà comprensoriale, la cui gestione è in capo alla Comunità montana Valtellina di Tirano. Per la stagione in corso, purtroppo, non è stato possibile avviare l’organizzazione necessaria per diversi motivi tra i quali: la stipula di un accordo pluriennale con i proprietari privati dei fondi, che si trovano sul Comune di Villa di Tirano e sul Comune di Tirano; l’individuazione di un soggetto abilitato alla battitura del tracciato e della sorveglianza e manutenzione ordinaria dello stesso; la predisposizione di servizi accessori, come parcheggi, wc e ristoro, per rendere fruibile l’area in modo adeguato. A questi aspetti si aggiunge la difficoltà legata alla scarsità di neve caduta in quota in questa stagione, un elemento che non ha certamente favorito l’avvio dell’attività. Siamo consapevoli dell’importanza di valorizzare una risorsa come la pista da fondo di Trivigno in disuso da ormai due stagioni, specialmente con le Olimpiadi invernali ormai alle porte. Abbiamo già costituito un tavolo di confronto tra i Comuni interessati e la Comunità montana per intraprendere le azioni necessarie per riportare questa attività all’altezza delle aspettative del nostro territorio e dei suoi visitatori".

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