L'intervento

"Imprenditori: difendiamo la Bps dall'assalto della Finanza"

Roberto Ardenghi, presidente di Seval, ha diffuso una lettera aperta sul caso dell'offerta lanciata da Bper

"Imprenditori: difendiamo la Bps dall'assalto della Finanza"
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Roberto Ardenghi, presidente di Seval, ha diffuso una lettera aperta indirizzata ai colleghi imprenditori dopo l'offerta di Bper. Un caso che ha visto l'intervento nei giorni scorsi anche dell'associazione dei piccoli azionisti.

"Imprenditori: difendiamo la Bps dall'assalto della Finanza"

Questo il testo integrale della lettera aperta di Roberto Ardenghi:

Cari Soci,
mi rivolgo a voi, con la consapevolezza di chi ha costruito il proprio cammino insieme alla Banca Popolare di Sondrio. A quarant'anni inoltrati ho deciso di lasciare il posto fisso per realizzare un’impresa, un passo audace che solo chi ha conosciuto la forza di un sogno può comprendere. In quel momento, quando il rischio sembrava più grande delle certezze, la nostra Banca c’era. Non è una banca qualsiasi: è un’istituzione nata dalla nostra terra, modellata dalla nostra gente, cresciuta con il lavoro e la fiducia di generazioni. È stata più banca e meno finanza, più comunità e meno speculazione. Ha visto il valore nelle persone, non solo nei numeri. Ha creduto nei progetti, non solo nelle garanzie. Ha dato fiducia quando altri chiudevano le porte.

Oggi tocca a noi dimostrare di essere all’altezza di questa eredità. La nostra Banca è nata per sostenere le comunità della Valle, per dare credito a chi aveva un sogno e il coraggio di realizzarlo. Non ha mai ceduto alla logica dell’indifferenza, ha saputo leggere le storie dietro le cifre, capire la forza di un’idea oltre i freddi parametri di valutazione. Tutto questo è stato possibile anche grazie alle persone che vi lavorano, persone che non sono semplici esecutori di direttive, ma custodi di un sapere costruito sul campo, giorno dopo giorno, nel dialogo con chi vive e opera nel territorio. Sono loro che, conoscendo il volto e la storia di chi entra in filiale, sanno distinguere tra un numero e un’opportunità, tra una richiesta e un sogno da realizzare.

Sono i direttori di filiale che hanno stretto mani callose di artigiani, che hanno ascoltato con pazienza i progetti di giovani imprenditori, che hanno sostenuto famiglie nei momenti difficili con uno sguardo di comprensione, non con la freddezza di un algoritmo. Non meri impiegati che applicano direttive, ma professionisti che hanno sempre messo al centro il valore umano, il legame con il tessuto sociale, la consapevolezza che il credito è fiducia prima ancora che denaro. Se oggi la nostra Banca è solida, lo dobbiamo anche a loro, al loro impegno silenzioso e instancabile, alla loro capacità di essere più che operatori finanziari: veri e propri custodi della nostra economia locale. Per questo siamo qui, per questo abbiamo costruito, creato, innovato. E per questo oggi non possiamo restare in silenzio. Siamo chiamati a prendere posizione di fronte alla proposta della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Non si tratta solo di un’offerta economica, ma di una scelta di identità. Di fronte a questa prospettiva dobbiamo chiederci: quale futuro vogliamo per la nostra Banca? Che ruolo vogliamo giocare nella difesa della nostra storia? Questa fusione potrà rispettare e custodire ciò che abbiamo costruito?

L’economia non è solo calcolo e profitto: è anche dono e reciprocità. Ce lo insegnano i grandi pensatori, da Aristotele, che vedeva nell’economia un mezzo per il bene comune, a Marcel Mauss, che ha dimostrato come il dono sia un fondamento essenziale dei legami sociali. Friedrich von Hayek ci ricorda che le società crescono attraverso la fiducia e le istituzioni spontanee, non solo tramite rigide strutture finanziarie. Una banca di comunità (di tutte le comunità) è esattamente questo: un’alleanza tra persone, una rete di fiducia che rafforza il tessuto sociale. Il valore di un’impresa non si misura solo nei bilanci, ma nella sua capacità di generare benessere diffuso. Se accettiamo una trasformazione basata solo su logiche di razionalizzazione, tradiremo la nostra identità e svenderemo ciò che ci rende unici.

I cambiamenti possono essere necessari, ma non devono mai essere ciechi. La storia ci insegna che troppe volte, dietro la promessa "grande è meglio", si sono nascosti interessi estranei al bene delle comunità. Dobbiamo pretendere che le nostre voci siano ascoltate, che il nostro ruolo non venga ridotto a spettatori di decisioni già prese.

Non difendiamo solo una banca: difendiamo un modello di comunità, un'idea di sviluppo che ha dato vita alla nostra economia locale. La Banca Popolare di Sondrio è sempre stata al nostro fianco, anche quando altri istituti ci hanno voltato le spalle. Non si è trattato solo di erogazione di credito o di operazioni finanziarie: la BPS è stata un sostegno nei momenti difficili, un alleato per chi voleva costruire un futuro. Ora è il nostro turno. È il momento di esserci, di restituire ciò che ci è stato dato. Non possiamo essere indifferenti di fronte a decisioni che cambieranno il nostro domani. Ognuno di noi deve fare la propria parte. L’associazione dei piccoli azionisti “Insieme per la Popolare”, nata nel 2022 all’indomani della forzata trasformazione della Banca in Spa, sostiene tutto ciò che la Popolare ha sempre rappresentato per il nostro territorio. La sua forza sta nella partecipazione di tutte e tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia e il futuro della nostra banca. Nello scenario che si va delineando, è determinante contribuire alla sua crescita iscrivendosi sul sito: www.insiemeperlapopolare.it

Custodiamo il valore di ciò che abbiamo ricevuto e assicuriamoci che questa Banca resti ciò che è sempre stata: la banca delle persone, della comunità, del nostro territorio.

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