Con "Galileo" D’Elia ci porta a veder le stelle
Straordinario monologo su scienza e visione, passione e volontà per chiudere una rassegna teatrale che ha riscosso un successo senza precedenti.

Un grande invito a tornare a sognare, oltre ogni imposizione, a immaginare una realtà diversa da quella che ci viene imposta, a lasciare libero sfogo alla passione che ci arde dentro. E non poteva essere che questo il monologo Galileo, oltre le stelle, di Corrado D’Elia, che ha chiuso in modo trionfale giovedì sera la rassegna TiranoTeatro 2024-2025. "Eppur si muove": queste parole, pronunciate ormai in punto di morte e sussurrate con fermezza e disperazione, hanno attraversato i secoli, diventando il simbolo della libertà del pensiero. Ma chi era davvero Galileo Galilei? Quale fu il prezzo della sua ricerca? Cosa si cela dietro il mito del genio, dell’eretico, dell’uomo che osò sfidare il cielo e la terra? D’Elia, seduto al centro di un palco scuro e fumoso, fra una scenografia essenziale di sfere e specchi - curata da Chiara Salvucci - ci ha guidati alla scoperta di un Galileo più umano che mai, interrotto solo da piccoli intermezzi musicali: un uomo prima ancora che un rivoluzionario, un figlio, un padre, un amante, un pensatore solitario e inquieto, capace di meravigliarsi davanti alle stelle e di interrogarsi senza sosta sul senso dell’universo. Uno spettacolo che va oltre la biografia e la scienza, per entrare nell’anima di un personaggio.
Narrazione
Attraverso una narrazione intensa e poetica, D’Elia porta in scena la lotta interiore di Galileo, il tormento dell’intelletto contro il dogma, il conflitto tra la necessità di sopravvivere e l’istinto di cercare la verità. Dalla scoperta delle leggi dei corpi cadenti all’abiura davanti al tribunale dell’Inquisizione, dal cannocchiale che svela nuovi mondi alla dolorosa solitudine dell’esilio, tutto è raccontato con uno sguardo profondo. Galileo, oltre le stelle è un viaggio nelle contraddizioni di un’epoca in cui scienza e fede, libertà e potere, sapere e paura si scontrano violentemente. È un ritratto affascinante di un uomo che ha cambiato per sempre la nostra visione del cosmo e dell’esistenza. Uno spettacolo che non è solo un tributo a Galileo, ma un invito universale a pensare, dubitare, cercare. Perché la verità è un viaggio, non un punto d’arrivo. E che, alla fine, proprio come emerso dal dialogo stesso col protagonista, ti fa andare a casa più ricco di domande, che poi è il fine ultimo e unico del grande teatro. Replica per le scuole. Soddisfazione generale dei promotori della rassegna, il direttore artistico Lorenzo Minniti e la giunta tiranese presente con il sindaco Stefania Stoppani e gli assessori Leonardo Tancini e Isabella Ciapponi Landi.