commemorazione

Mello ricorda i caduti del rastrellamento fascista dell’ottobre 1944

Ottantuno anni dopo il rastrellamento del 1° ottobre 1944, Mello rende omaggio ai partigiani e ai civili caduti sotto la violenza delle milizie fasciste.

Mello ricorda i caduti del rastrellamento fascista dell’ottobre 1944

L’Amministrazione comunale di Mello, insieme all’ANPI e ai cittadini, si prepara a celebrare domenica 5 ottobre, a partire dalle ore 11:00, una cerimonia di commemorazione in ricordo delle vittime del rastrellamento nazifascista avvenuto in paese 81 anni fa.

Eccidio fascista

Il 1° ottobre 1944 le milizie fasciste diedero avvio a un vasto rastrellamento contro la 40ª Brigata Garibaldi “Matteotti”, il cui quartier generale era situato a Poira. Secondo quanto riportato nel comunicato diffuso dall’ANPI, alle 10:30 del mattino il 2° battaglione della Brigata intercettò una prima colonna di circa 80 militi, provenienti da Morbegno e armati anche di artiglieria pesante. Lo scontro costrinse i fascisti a rifugiarsi nella chiesa di San Giovanni di Bioggio, mentre un secondo contingente di 140 uomini, salito da Cino e Cercino, venne attaccato da un altro distaccamento partigiano.

La battaglia si estese rapidamente, trasformandosi in una serie di scontri ravvicinati nei boschi circostanti, con pattuglie di 5-10 uomini. Nonostante l’inferiorità numerica e di armamento, i circa 90 partigiani riuscirono a resistere con tattiche di mobilità e imboscate. Giovanni Pola, partigiano garibaldino presente agli scontri, ricordò che “verso mezzogiorno arrivarono altri rinforzi fascisti che vennero anch’essi impegnati con diversi attacchi mobili”.

Nel corso della giornata, i rinforzi fascisti giunsero in zona per ben quattro volte, raggiungendo un totale di circa 500 militi. Le Brigate Nere colpirono deliberatamente le abitazioni civili con la mitraglia da 20 mm e, successivamente, incendiarono l’abitato di Mello.

Solo alle 20:00 i fascisti si ritirarono, caricando su tre camion i 53 morti e 150 feriti. Il bilancio fu drammatico anche per i partigiani, che persero sei uomini, e soprattutto per la popolazione civile, che pagò con il sangue: 28 innocenti furono assassinati.

Responsabilità civile

Oggi, come sottolinea il comunicato a firma del presidente del Comitato Provinciale ANPI di Sondrio, Sergio Spolini, ricordare tali avvenimenti “non è un semplice esercizio di memoria nostalgica, ma un atto di profonda responsabilità civile”. La memoria, viene ribadito, rappresenta il fondamento dell’identità collettiva e un richiamo alla difesa dei valori di libertà, pace e giustizia sociale scolpiti nella Costituzione.

Il comunicato ammonisce inoltre sul fatto che le idee di intolleranza, nazionalismo, razzismo e culto del capo, proprie del fascismo, non sono scomparse, ma riemergono in nuove forme e contesti. Per questo, celebrare la Resistenza significa “impegnarsi a difendere nel presente i valori conquistati con il sacrificio di tanti uomini e donne”.

La commemorazione di Mello, dunque, non sarà soltanto un tributo ai caduti del 1944 – partigiani e civili – ma anche un richiamo alla vigilanza democratica, affinché i principi della Costituzione nata dalla Liberazione rimangano una bussola per il presente e il futuro.