Non si fermano le prese di posizione dopo l’agghiacciante episodio della donna stuprata e brutalmente picchiata a Sondrio. A prendere la parola, con una riflessione che è anche denuncia, è Lucia Codurelli, già parlamentare del Pd.
Donna violentata, l’intervento di Lucia Codurelli
“Tutta la mia solidarietà e vicinanza alla donna per la Brutale violenza subita a Sondrio, anche vicinanza alle associazioni che se ne occupano ogni giorno e conoscono benissimo la piaga di cui il nostro paese è vittima.
L’ennesima, un atto brutale, vile e inaccettabile e vorremmo tanto che si facesse un passo avanti, non con dichiarazioni deliranti da parte di chi ha responsabilità di governo mentre invece soffia sul fuoco.
A Sondrio in più occasioni sono stati sollevati problemi di sicurezza, purtroppo chi governa si ferma alla propaganda, come il ripristino della polizia ferroviaria, non dimentichiamo che la violenza è avvenuta in zona degli autobus e in quella zona ci sono i parcheggi per chi arriva con i treni di notte. La delirante affermazione noi vogliamo proteggere le “nostre donne” è aberrante e inaccettabile. Le donne non chiedono protettori, chiedono di essere libere e con la sicurezza che lo stato deve garantire a tutti. Non bastano decreti con aumenti di pene e senza risorse!
Ancora una volta sono le donne vittime, sono loro che devono limitare la propria libertà, è mai possibile che le Istituzioni si fermino alla condanna e da due anni tutte le priorità sono per le olimpiadi e i cittadini abbandonati?
Va ricordato che la violenza maschile contro le donne è uscita dall’ombra in cui era stata relegata in passato, ma per ritrovarla spettacolarizzata e strumentalizzata. La si racconta come patologia individuale o espressione di culture estranee. In questo modo il “panico sociale” ha l’effetto paradossale di rassicurarci: non ci chiama in causa, non ci mette in discussione, possiamo delegare all’apparato penale il problema e, così, rimuoverlo. Rafforza le narrazioni paranoiche di una società circondata e minacciata che deve chiudersi per difendersi, non è per caso.
A riprova, in questi giorni il presidente del tribunale di Milano dott.Roia, ha dichiarato che le leggi sono ottime e lo sappiamo, ma i tempi della giustizia sono inaccettabili. L’80% delle misure cautelari sono state emesse su violenze sessuali contro familiari e conviventi, le misure a disposizioni presentano disfunzioni tecniche e tecnologiche. Tutto questo è inaccettabile nel 2025 e per questo i proclami non bastano se poi l’arrestato, gli arrestati non hanno la pena certa.
Ancora più allarmanti sono i reati sulle bambine, solo in Lombardia sono più di tre al giorno, con un aumento del 4% nel giro di 12 mesi, reati legati al digitale con un aumento del 141% della pornografia minorile.
Dalle Istituzioni, oltre alla condanna, è doverosa la responsabilità a partire dal sostegno costante ai centri antiviolenza, una risorsa concreta, attraverso fondi certi, meglio organizzati, per poter fare programmazione a sostegno delle vittime di violenza”.