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Il Partito Democratico si oppone alla “Tangenzialina di Bormio”: depositato un Ordine del Giorno in Consiglio regionale

L’opera, secondo diverse osservazioni giunte nelle ultime settimane, presenterebbe significative criticità di natura ambientale, paesaggistica e idraulica.

Il Partito Democratico si oppone alla “Tangenzialina di Bormio”: depositato un Ordine del Giorno in Consiglio regionale

 

Il Partito Democratico della provincia di Sondrio e il Gruppo consiliare del PD in Consiglio regionale intervengono con decisione contro la realizzazione della cosiddetta “Tangenzialina di Bormio – Piana dell’Alute”, un’infrastruttura che Regione Lombardia intende confermare all’interno del nuovo Piano Territoriale Regionale (PTR) in fase di approvazione. L’opera, secondo diverse osservazioni giunte nelle ultime settimane, presenterebbe significative criticità di natura ambientale, paesaggistica e idraulica.

Ordine del Giorno specifico

In accordo con il PD provinciale, il Gruppo consiliare del Partito Democratico ha quindi depositato un Ordine del Giorno specifico, a prima firma del consigliere regionale Simone Negri, capodelegazione PD in Commissione Territorio, Infrastrutture e Mobilità. Il documento sarà discusso nella seduta del Consiglio regionale di martedì 18 novembre, contestualmente al dibattito sul nuovo PTR.

L’Ordine del Giorno chiede in modo esplicito la cancellazione dell’opera dagli elaborati del Piano Territoriale Regionale e l’avvio di un confronto pubblico e trasparente con la comunità locale e le istituzioni interessate.

Nel comunicato diffuso dal partito, il segretario provinciale del PD, Michele Iannotti, sottolinea il valore unico dell’area interessata:

“La Piana dell’Alute rappresenta un patrimonio unico della nostra provincia: un paesaggio di grande pregio, un corridoio ecologico insostituibile e un’area agricola di rilevante valore. Il PD provinciale ha condiviso con il Gruppo regionale l’esigenza di portare questa richiesta direttamente in Consiglio regionale attraverso un Ordine del Giorno che chiede la cancellazione dell’opera dal PTR. È proprio in un piano come questo, che dovrebbe tutelare la montagna e ridurre il consumo di suolo, che un intervento così devastante non può e non deve trovare spazio. La “Tangenzialina” è un progetto inutile, sproporzionato e dannoso: va ritirato immediatamente. Difendere la Piana dell’Alute significa difendere l’identità e il futuro della Valtellina”.

Anche il consigliere regionale Simone Negri ribadisce l’incompatibilità del progetto con gli obiettivi del PTR 2025:

“Abbiamo presentato un Ordine del Giorno che sarà discusso nella prossima seduta del Consiglio regionale dedicata al PTR, perché questa è la sede naturale in cui si decide il futuro della pianificazione territoriale in Lombardia. La “Tangenzialina di Bormio” contraddice apertamente gli obiettivi del nuovo PTR: tutela dei corridoi ecologici, riduzione del consumo di suolo, protezione dei paesaggi montani, attenzione alle fragilità ambientali. È un’opera non strategica, che non risolve le criticità di traffico e comporta invece un impatto pesante e irreversibile. Chiediamo con fermezza che il progetto venga ritirato e che la Piana dell’Alute sia salvaguardata. Serve una scelta politica chiara e coerente, perché la montagna non può essere difesa solo a parole e poi distrutta nei fatti”.

Nel dettaglio, il PD provinciale e il gruppo consiliare regionale chiedono che, in sede di approvazione del PTR:

  • l’opera venga esclusa dal piano, giudicata incoerente con i principi di sostenibilità e tutela del territorio, soprattutto nelle aree montane e di fondovalle;
  • si costituisca un tavolo istituzionale con Regione Lombardia, Comune di Bormio, Provincia di Sondrio, Parco dello Stelvio, associazioni ambientaliste e Comitato Tutela dell’Alute, con l’obiettivo di individuare soluzioni alternative meno impattanti.

La posizione dei due livelli del Partito Democratico viene sintetizzata nella dichiarazione finale congiunta di Negri e Iannotti:

“La tutela della Piana dell’Alute non è solo una questione ambientale, ma una battaglia di credibilità delle politiche regionali sulla montagna, sull’ambiente e sul consumo di suolo. La Regione dimostri coerenza: questo progetto va ritirato”.