Un incontro per ascoltare chi dissente

Una testimonianza “fuori dal coro”: l’incontro con i refusenik israeliani Ella e Iddo

Una testimonianza “fuori dal coro”: l’incontro con i refusenik israeliani Ella e Iddo

AssopacePalestina Valtellina, Amnesty International e il GIT di Banca Etica hanno annunciato un incontro pubblico dedicato alla testimonianza di due giovani refusenik israeliani, Ella e Iddo, che hanno scelto di rifiutare il servizio militare obbligatorio nelle Forze Armate israeliane.

Appuntamento per sabato 6 dicembre 2025 alle ore 20: 45 nell’aula magan dell’Istituto Saraceno-Romegialli in via Per San Marco 3 a Morbegno.

Nel comunicato di presentazione dell’evento si legge: “È con grande piacere che AssopacePalestinaValtellina, Amnesty International e il GIT di Banca Etica vi invitano ad un incontro con Ella e Iddo, una ragazza ed un ragazzo israeliani refusenik, cioè obiettori di coscienza, che si rifiutano di servire nell’esercito israeliano.”

Il contesto: una società fortemente militarizzata

Gli organizzatori ricordano come in Israele la leva militare rappresenti un passaggio centrale nella vita dei giovani. Nel comunicato viene sottolineato che:
“Israele è una società fortemente militarizzata, con leva obbligatoria: due anni e 8 mesi i ragazzi e due anni le ragazze, con poche eccezioni.”

Le vicende di chi sceglie l’obiezione di coscienza, come Ella e Iddo, non sono semplici: “Molte ragazze e ragazzi… scelgono di rifiutare il servizio militare… un rifiuto pagato con l’umiliazione ed il carcere.”

Mesarvot: una rete di sostegno agli obiettori

Ella e Iddo fanno parte di Mesarvot, rete israeliana di attivisti che sostiene i refusenik e trasforma la disobbedienza individuale in un atto politico. Il comunicato spiega che Mesarvot è “una parola ebraica che significa ‘noi rifiutiamo’… il loro scopo è sostenere gli obiettori di coscienza… contribuendo alla fine dell’occupazione e dell’oppressione del popolo palestinese.”

Le voci di Amnesty International e di Tikkun diaspora ebraica decoloniale

All’incontro interverranno anche Antonio Scordia, responsabile Nord Africa e Medio Oriente di Amnesty International, e Daniel, membro del collettivo Tikkun diaspora ebraica decoloniale. Gli organizzatori descrivono Tikkun come “un collettivo che nasce dall’esigenza di riconoscere il sionismo come ideologia coloniale e razzista… alla base della Nakba prolungata e del genocidio in corso a Gaza”, riportando integralmente la posizione del gruppo.

La presenza di queste voci, definita nel comunicato “una testimonianza diretta di una voce ebraica ‘fuori dal coro’ che si oppone all’occupazione, riconoscendone la natura coloniale e razzista”, rappresenta per gli organizzatori un momento di riflessione collettiva e di confronto critico.

Un incontro per ascoltare chi dissente

L’appuntamento viene presentato come “un’occasione preziosa per ascoltare la testimonianza diretta” di giovani che hanno scelto di opporsi al servizio militare obbligatorio e alla politica governativa nei Territori Palestinesi, pagando sulla propria pelle le conseguenze della loro scelta.