Il 5 dicembre si celebra la Giornata Mondiale del Suolo, istituita dalle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione sull’importanza cruciale di questa risorsa, spesso data per scontata ma fondamentale per la vita, gli ecosistemi e la sicurezza alimentare. In questo contesto, assume particolare rilievo la recente approvazione, lo scorso 23 ottobre in seduta plenaria del Parlamento Europeo, della Direttiva Europea sul Monitoraggio del Suolo, considerata un passo decisivo verso politiche più efficaci di tutela e rigenerazione.
Consumo di suolo
La fotografia sullo stato del suolo in Italia è tutt’altro che rassicurante. L’ultimo Rapporto ISPRA–SNPA Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici documenta che infrastrutture, edifici e superfici artificiali occupano ormai 21.575 km², pari al 7,17% dell’intero territorio nazionale, a fronte di una media europea del 4,4%. Solo nel 2024 sono stati persi ulteriori 83,78 km² di suolo naturale — una media di 230 m² al giorno. Un incremento del 16% rispetto all’anno precedente, il valore più alto registrato nell’ultimo decennio.
A livello regionale, anche Legambiente Lombardia ha diffuso dati preoccupanti sul consumo di suolo nell’ultimo anno, rinnovando la richiesta alla Regione di investire risorse e progettualità nel recupero delle aree dismesse, piuttosto che in nuove espansioni edilizie.
Nel solco di questa riflessione globale e nazionale, il Circolo Legambiente Valchiavenna rilancia il tema nel territorio locale, ponendo particolare attenzione alla piana di Chiavenna e ribadendo la necessità di ridurre al minimo nuovo consumo di suolo.
“Dai dati forniti da Legambiente Lombardia si evince che in provincia di Sondrio il comune con maggior consumo di suolo è stato Livigno (+12,77%), a causa della preparazione dell’evento olimpico, seguito da Samolaco (+6,2%), dove il maggior consumo di suolo si associa ai cantieri per la nuova strada Trivulzia e l’ampliamento delle connesse cave”, dichiara la presidente Lorenza Tam.
In Valchiavenna
Il territorio della Valchiavenna conserva ancora un fondovalle in parte agricolo, frutto di una storica pianificazione territoriale portata avanti dalla Comunità Montana, che aveva concentrato le attività produttive nell’area industriale di Gordona, evitando la frammentazione edilizia e il cosiddetto “capannonificio”, fenomeno diffuso in aree vicine come la Valtellina. Tuttavia, questa visione organica non è più in vigore: oggi l’assetto territoriale è regolato dal piano urbanistico provinciale, dai PGT comunali e da una complessa rete di vincoli. Secondo Legambiente, ciò non ha impedito però la proliferazione di nuove aree industriali, ampliamenti residenziali e infrastrutture che frammentano ulteriormente il suolo disponibile.
Nei fondovalle alpini — osservabili con chiarezza dall’alto percorrendo sentieri o strade di montagna — la scarsità di superfici pianeggianti risulta evidente. Il suolo adatto all’agricoltura, allo sviluppo urbano e ai servizi della comunità è una risorsa finita, sottolinea l’associazione, e il suo consumo non può essere considerato illimitato.
A questo si aggiunge un dato demografico tutt’altro che espansivo. «Per il comparto residenziale i dati demografici ci dicono che l’aumento della popolazione valchiavennasca è limitato: si è passati dai 23.140 abitanti del 1971 ai 24.435 del 2024», ricorda ancora Tam. Da qui l’appello alle amministrazioni locali:
“Invitiamo gli amministratori e tutti i decisori politici, prima di effettuare le proprie scelte pianificatorie, a fare valutazioni ponderate su dati e indicatori reali dell’effettivo consumo di suolo in atto nella nostra valle e a farsi carico della necessità di preservare un bene così importante”.
Nella Giornata Mondiale del Suolo, il messaggio di Legambiente Valchiavenna è chiaro: fermare la perdita di suolo non è solo una battaglia ambientale, ma una scelta strategica di lungimiranza, responsabilità e tutela del futuro del territorio.