Morbegno, polemica sul corso di formazione militarizzato rivolto agli studenti: associazioni e realtà civili insorgono
A Morbegno è scoppiato un acceso dibattito attorno a una proposta formativa rivolta agli studenti del liceo scientifico “Nervi”. Nei giorni scorsi, infatti, una circolare interna firmata dalla dirigente scolastica ha pubblicizzato un’iniziativa a pagamento organizzata dall’Associazione “Studenti con le Stellette APS”, dal titolo “XI Corso ‘Audacia’ 2026 – Scuola di educazione civica in stile militare”.
Secondo quanto riportato nella circolare, il progetto prevede non solo attività formative, ma anche esercitazioni strutturate:
“le attività proposte saranno affiancate da momenti di addestramento formale e altre attività inerenti, in quanto la nostra è una scuola di formazione civica in stile militare”.
La decisione non è passata inosservata e ha sollevato perplessità e reazioni indignate da parte di numerose realtà associative e civili della provincia di Sondrio.
“Profondamente diseducativo”
Una rete composta da ANPI, associazioni pacifiste, realtà culturali e sigle sindacali ha diffuso un comunicato con cui esprime forte preoccupazione per l’iniziativa. Le associazioni dichiarano:
“Apprendiamo con sorpresa che il liceo scientifico “Nervi” di Morbegno – unico in provincia di Sondrio – sta pubblicizzando, tramite una circolare firmata dalla dirigente scolastica, un’iniziativa a pagamento rivolta agli studenti e organizzata dall’Associazione “Studenti con le stellette APS”, dal titolo: “XI Corso ‘Audacia’ 2026 – Scuola di educazione civica in stile militare”.
Nella circolare si specifica che le attività proposte saranno affiancate «da momenti di addestramento formale e altre attività inerenti, in quanto la nostra è una scuola di formazione civica in stile militare».
Già i nomi dei corsi degli anni precedenti tenuti dall’associazione citata – Volontà, Dovere, Onore, Fede, Tenacia, Lealtà, Audacia – richiamano un immaginario che poco ha a che fare con l’educazione civica, la cittadinanza attiva, la Costituzione o il volontariato civile. Sono invece termini che evocano valori e retoriche tipiche della cultura militare, spesso utilizzate per descrivere l’animo e le gesta dei soldati durante la guerra, talvolta di regimi del passato che pensavamo sepolti. Anche il modello educativo che traspare dal corso è esplicito: obbedienza, disciplina punitiva, rispetto gerarchico, omologazione (vedi https://www.youtube.com/watch?v=NTADrBXbv1Y).
Esporre gli studenti a una cultura marcatamente militare, in un momento storico in cui oltre cinquanta Paesi sono coinvolti in conflitti armati, ci sembra profondamente diseducativo e in contraddizione anche con quanto previsto dal PTOF dell’Istituto (pag. 15), dove si indica lo sviluppo di competenze di cittadinanza attiva e democratica «attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e della pace».
Per noi la scuola è – e deve restare – un luogo di pace, fedele ai principi costituzionali. Tutte le componenti della comunità scolastica sono chiamate a costruire una cultura della pace e della democrazia che si opponga alla violenza, ai conflitti, alle sopraffazioni e alla guerra. La scuola ha infatti il compito di formare cittadini consapevoli, capaci di esercitare il pensiero critico e di contribuire a una società fondata sull’intercultura, la giustizia e sulla pace. Promuovere percorsi che enfatizzano la dimensione militare rischia di veicolare un messaggio riduttivo e unilaterale, che non favorisce la comprensione dei valori democratici né la cultura della nonviolenza e del dialogo.
L’azione educativa non può prescindere dal mettere lo studente al centro, accompagnandolo a diventare una persona autonoma, critica e responsabile, capace di orientarsi in una società complessa e in continuo mutamento. Tutto ciò è in contrasto con un’impostazione militare, basata sulla mera obbedienza agli ordini. Nella circolare si parla addirittura di insegnare la “riverenza verso i superiori” presentata come forma educativa: ma quale educazione può nascere dal semplice indurre obbedienza, priva di ragioni e confronto?
Inoltre, le attività collaterali indicate – sicurezza stradale, corsi BLSD, protezione civile, antincendio a rischio basso – sono normalmente offerte da enti e associazioni della società civile senza ricorrere a metodologie militari e, spesso, sono fornite a titolo gratuito. In questo caso, invece, agli studenti viene richiesto un contributo superiore ai 500 euro per una sola settimana: quanti se lo possono permettere?
Auspichiamo pertanto che i genitori, il corpo docente e gli studenti esercitino pienamente la loro facoltà di opposizione a questa iniziativa, per tutelare il ruolo educativo della scuola e i valori costituzionali che essa è chiamata a promuovere”.
Il documento è firmato da numerose sigle territoriali, Comitato provinciale ANPI Sondrio, Agenzia per la Pace odv – Archivio 68 – AssopacePalestina Valtellina – CGIL – Fermiamo il Riarmo Bassa Valtellina – FLC CGIL – ISSREC (Istituto Sondriese per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea odv) – Luci per il Dialogo – Partito Democratico Italiano – Perestrojka – Presidi Unitari per la Palestina, Valchiavenna e Valtellina – Restiamo Umani Valchiavenna – Sinistra Italiana Sondrio.