Il fatto

Soccorso in montagna, chi sbaglia pagherà?

Chi provoca incidenti rischia di dover contribuire alle spese di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza

Soccorso in montagna, chi sbaglia pagherà?

Far pagare le spese di soccorso a chi provoca incidenti per dolo o colpa in montagna, ma anche in mare, quando si rende necessario l’intervento di l’intervento di Polizia, Carabinieri o Guardia di Finanza. E’ quanto prevede  un emendamento alla Legge di Bilancio, rivisto dal governo e in attesa del voto  al Senato, che potrebbe arrivare oggi, martedì 23 dicembre 2025, che estende a Polizia e Carabinieri una norma già prevista per la Guardia di Finanza.

Soccorso in montagna, chi sbaglia pagherà?

Lo spiegano i colleghi di primalecco.it. Secondo quanto stabilito, lo Stato potrà richiedere il rimborso delle spese sostenute solo se l’intervento risulta ingiustificato o se è conseguenza di comportamenti dolosi o gravemente negligenti (e sulle nostre montagne non sono mancati negli ultimi anni) della persona soccorsa. L’obiettivo è responsabilizzare chi richiede aiuto e ridurre gli interventi dovuti a imprudenze o richieste non necessarie.

In montagna, ad esempio, non sono rari i casi di escursionisti inesperti che affrontano sentieri difficili senza equipaggiamento adatto o con abbigliamento inadeguato. In mare, invece, gli incidenti possono derivare da scelte consapevolmente rischiose. Con la nuova norma, ogni richiesta di soccorso dovrà essere motivata da una reale emergenza: in mancanza di giustificazione, le operazioni di salvataggio potranno essere soggette a pagamento.

Non tutti gli interventi comporteranno spese: il soccorso rimane un servizio pubblico essenziale e l’assistenza in situazioni di reale emergenza sarà garantita. Tuttavia, chi provoca un incidente per dolo o colpa grave – cioè per azioni volontariamente pericolose o gravemente negligenti – dovrà contribuire economicamente alle operazioni di soccorso.

Al momento, non è stato ancora fissato l’ammontare dei rimborsi. I costi saranno determinati successivamente tramite decreti dei ministeri competenti (Interno, Difesa ed Economia). La misura non intende ridurre il numero di soccorsi, ma scoraggiare abusi e comportamenti pericolosi che richiedono l’intervento delle forze dell’ordine.

Rimane aperta la questione di distinguere tra imprudenza e colpa grave: la valutazione sarà fatta caso per caso, e le linee guida dei decreti attuativi definiranno i criteri per stabilire quando chi richiede aiuto dovrà contribuire ai costi.