Morbegno: Comunità montana contro il Ceta
Il presidente Borromini: "Spero che altri enti seguano il nostro esempio"
In Bassa Valle anche la Comunità montana contro il Ceta per difendere le nostre eccellenze.
Comunità montana contro il Ceta al fianco di Coldiretti
La Giunta esecutiva della Comunità Montana di Morbegno ha approvato l’ordine del giorno presentato dalla Coldiretti contro il Ceta, l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Canada. n accordo che l’Italia è chiamata a ratificare. La delibera verrà inviata al Governo e ai ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali e della Salute. Lo scopo è sensibilizzarli affinché blocchino la legge di ratifica sulla base. In ballo ci sono la difesa delle imprese agricole nazionali e la tutela del made in Italy oltre al mantenimento delle regole della sicurezza alimentare e della protezione dei consumatori. La delibera arriva una settimana dopo la partecipazione alla manifestazione di protesta organizzata dalla Coldiretti. Erano presenti a Roma il presidente Christian Borromini, il suo vice Giovanni De Pedrina, il consigliere delegato Matteo Ferrè e altri sindaci del mandamento Alla base vi sono motivazioni che riguardano più direttamente la provincia di Sondrio.
Il commento di Borromini
"Le nostre eccellenze agroalimentari sarebbero oltremodo penalizzate - spiega il presidente Borromini - Penso in particolare a formaggio e mele. L’azzeramento delle denominazioni di origine faticosamente conquistate e mantenute negli anni metterebbe tutti sullo stesso piano. I nostri prodotti non sarebbero adeguamenti valorizzati e subirebbero conseguenze molto negative. Il discorso riguarda il made in Valtellina come il made in Italy. Questo accordo espone i prodotti agricoli ai pericoli di un mercato non regolamentato, senza più tutele né per i produttori né per i consumatori".
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La Comunità Montana di Morbegno ha detto quindi un ‘no’ convinto al Ceta. E Borromini, anche nelle vesti di vice presidente della Provincia con delega all’Agricoltura, si augura che gli altri enti facciano altrettanto. "Come provincia di Sondrio non possiamo rimanere immobili ma dobbiamo far sentire la nostra voce a Roma attraverso questa delibera che dovrebbe essere adottata da tutti i comuni", aggiunge Borromini. E conclude: "Non c’è paese in Valtellina e in Valchiavenna che non abbia aziende agricole e produttori. È nostro dovere sostenere la nostra agricoltura, che ha un ruolo fondamentale non solo dal punto di vista economico ma anche ambientale e sociale, in questa battaglia".