Del Barba ricorda l'alluvione

Il senatore racconta il suo 18 luglio 1987

Del Barba ricorda l'alluvione
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Il senatore morbegnese ci ha inviato un ricordo personale del 18 luglio 1987

Ecco il mio ricordo di quel giorno

Il 18 luglio 1987 ero a un campo scout in val Caronella. Dovevamo chiudere le attività, ma una pioggia tremenda ci impedì di smontare il campo e ci costrinse a lasciare l’accampamento e tutti i nostri effetti personali. Tornammo verso casa sulle macchine di alcuni genitori giunti sul posto, seguendo da Teglio a Morbegno la strada a mezza costa sul versante retico. Il buio nascondeva ai nostri occhi quello che la devastazione aveva prodotto durante il giorno. Ma ricordo con chiarezza il persistente odore di fango che si sentiva. L’indomani, affacciandomi dalle finestre di casa, vidi che la piana agricola alle porte di Morbegno era divenuta il nuovo letto del fiume.

Gli scout da tutta Italia

Poco meno di un mese dopo centinaia di scout arrivarono da tutta Italia. Attraverso numerosi campi ci unimmo alle forze organizzate e ai tanti volontari per ripristinare la viabilità e svuotare decine di abitazioni dal fango per renderle nuovamente agibili. Si trattò di uno sforzo immenso, che unisce ancora oggi migliaia di persone nel ricordo del tremendo lutto di quei giorni e nella strenua volontà di superare quei terribili momenti. 

L'esperienza

Quell’esperienza incise un segno profondo nel nostro animo e segnò una svolta nella cultura di protezione civile. Nacquero via via numerose squadre di volontari e, a livello nazionale, si predisposero continui cambiamenti per rendere sempre più efficace il pronto intervento e la prevenzione. Ancora oggi c’è molto da lavorare, specialmente in montagna dove non è ancora vinta la battaglia contro l’abbandono e il dissesto. Ma per fortuna si susseguono tante esperienze locali di valorizzazione e di innovazione del territorio.

Le celebrazioni

Parteciperò con la mente e con il cuore alle celebrazioni a ricordo del trentennale dell’alluvione, sebbene da Roma dove garantirò il mio voto a una battaglia di civiltà - quella sui vaccini - che riguarda bambini e cittadini di tutta la Valtellina e di tutta Italia. Per questo motivo ho inviato un indirizzo di saluto al prefetto di Sondrio e soprattutto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che testimonieranno l’attenzione dello Stato verso il nostro territorio. Mi unisco a loro e a tutti i convalligiani nel ricordo di quei giorni, e nell’impegno continuo di presidio e prevenzione.

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