“Basta business dell’accoglienza”, appello al Sindaco Scaramellini

Tramite un comunicato i rappresentanti di Casapound di Sondrio spiegano lo striscione affisso in via Tirano

“Basta business dell’accoglienza”, appello al Sindaco Scaramellini
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"10 milioni e 750 mila euro. I cittadini di Sondrio e tutti i Valtellinesi che combattono quotidianamente per arrivare a fine mese, si stampino bene in mente questi numeri. I numeri della vergogna”. Così Pietro Ciapponi, referente per la provincia di Sondrio di CasaPound Italia, commenta la notizia secondo la quale la Prefettura avrebbe indetto un bando di gara “volto alla conclusione di un accordo quadro con più soggetti, i quali dovranno assicurare i servizi di accoglienza e la gestione dei servizi connessi per i cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale”.

Riutilizzo delle risorse

"La base d’asta sarà di quasi 11 milioni di euro, denaro pubblico che senza ombra di dubbio potrebbe trovare destinazioni ben più sensate sul nostro territorio provinciale. Le istituzioni avessero il coraggio e l’onestà intellettuale di chiedere direttamente ai cittadini - prosegue Ciapponi - come potrebbero essere investite tutte queste risorse: in un piano di rilancio del turismo in valle, a sostegno a quelle attività produttive che ancora faticano ad uscire dalla crisi economica, per i servizi sociali per anziani, diversamente abili e prima infanzia, a favore delle giovani famiglie italiane".

Appello al sindaco Scaramellini

“Basta business dell’accoglienza” recita a chiare lettere lo striscione affisso in Via Tirano. Chiediamo pertanto al neosindaco di Sondrio Marco Sacramellini che in qualità di primo cittadino del capoluogo e presidente dell’assemblea dei sindaci, si adoperi per impedire l’ennesimo spreco di denaro pubblico volto a riempire le casse di determinate cooperative e di albergatori che dell’accoglienza hanno fatto un vero e proprio business. La beneficenza si fa gratis o con i propri fondi - conclude il referente valtellinese di CasaPound - e istituzioni degne di tale nome hanno il dovere di riportare al centro i diritti imprescindibili dei cittadini: quello alla proprietà della casa, ad un lavoro sicuro e pagato il giusto e all’accesso ai servizi basilari. Serve porre dei freni e l’Italia non deve più passare per il Paese dei Balocchi: finché questi diritti imprescindibili non saranno garantiti agli italiani, nemmeno dovrebbero esistere elargizioni di denaro pubblico per chi a casa nostra arriva per essere assistito e riverito".

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