Maturità 2020 online e tutti ammessi, ma non solo: il decreto scuola appena approvato
Il Consiglio dei ministri ha approvato un testo che prevede due opzioni: niente ritorno in aula o studenti in classe il 18 maggio. Ecco cosa cambia
Comunque vada, l’esame di maturità ci sarà. Bisogna vedere solo come ci si arriverà: se ancora con le scuole chiuse o con gli alunni tornati in classe. È stato approvato poco fa (lunedì 6 aprile) dal Consiglio dei Ministri il “Decreto Scuola”, un provvedimento complesso data la situazione che sta vivendo l’Italia e che per questo prevede due opzioni diverse di sviluppo.
Niente ritorno in aula. La prima opzione, quella al momento più probabile, prevede che non ci sia un ritorno in aula degli studenti italiani da qui a giugno. In questo caso, la maturità si terrà online: tutti gli studenti saranno ammessi, ma per essere promossi e diplomati si dovrà superare una prova orale. C’è, dunque, la possibilità di essere bocciati. Nessun esame di terza media invece: gli alunni dovranno solo presentare una tesina che, insieme ai voti ottenuti durante l’anno (compresi quelli presi in queste settimane di insegnamento a distanza), darà luogo all’esito finale. In questo caso, tutti gli studenti saranno promossi e il recupero avverrà eventualmente il prossimo anno. Nel frattempo, l’attività di insegnamento continuerà online e così si svolgeranno anche gli scrutini.
Tutti ammessi alla maturità, non tutti promossi. La viceministro all’Istruzione, Anna Ascani, su Facebook ha fatto alcune precisazioni per quanto riguarda l’esame di maturità: «L’ammissione sarà generalizzata, ma la prova poi c’è, il tutto promossi è semplificazione scorretta. La nostra battaglia è stata fatta per garantire che ci fosse un esame di maturità, vogliamo che una prova ci sia e ci auguriamo di poterla svolgere con le modalità previste se si riuscisse a tornare a scuola in tempi relativamente brevi, ma questo ce lo devono dire gli scienziati. In ogni caso una prova ci sarà ed è bene che sia così».
Di nuovo a scuola il 18 maggio. La seconda opzione prevista dal decreto, attualmente meno probabile, è quella di un possibile ritorno in aula degli studenti il 18 maggio. In tal caso, la maturità si svolgerebbe con una prova di italiano identica a livello nazionale, una seconda prova di indirizzo ma predisposta dalle singole commissioni, e poi l’esame orale. Se si tornasse a scuola il 18 maggio, anche gli studenti di terza media dovrebbero tenere il loro esame, ma sarebbe la singola scuola a predisporre la prova di esame. Una procedura particolare riguarda invece i privatisti: per loro la prova di terrebbe nella sessione straordinaria che si svolge solitamente a settembre.
Altre decisioni. Oltre a questo, il decreto prevede anche la proroga di un anno delle graduatorie di istituto attualmente vigenti, compresi i relativi elenchi aggiuntivi da compilarsi, per la finestra di inserimento del 2020/’21, entro il 31 agosto 2020, valevole anche per i soggetti in possesso del solo titolo di specializzazione sul sostegno; l’anticipazione delle graduatorie al 2020/’21 con immediata efficacia dal 2021/’22; il concorso per 4.500 posti in sostituzione dei pensionati con quota 100.