Emergenza Covid-19

Tante chiamate al Pronto soccorso psicologico

La psicologa: "state vicini alle persone anziane che faticano a sopportare il cambiamento delle abitudini"

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Al "Pronto soccorso psicologico", l'iniziativa promossa dagli psicologi psicoterapeuti dell'Asst alcune settimane orsono, chiamate e messaggi arrivano frequenti: a chiedere aiuto sono persone, perlopiù donne, destabilizzate dall'emergenza sanitaria che ha sconvolto la quotidianità della loro vita. Il servizio è attivo tutti i giorni, dalle 9 alle 19: basta chiamare il numero 335 6442920 oppure inviare un messaggio, sms o whatsapp. A patire le conseguenze più negative è chi viveva già in una situazione di disagio psicologico, altri si trovano senza punti di riferimento, il lavoro, gli hobby, gli incontri con gli amici, la vita all'aria aperta, altri ancora incontrano difficoltà nella gestione del tempo in casa, ad esempio con i bambini. Per tutti, sia che si tratti di familiari di pazienti affetti da covid-19 sia di chi non riesce a gestire la nuova realtà, gli operatori hanno parole di conforto e consigli. "

Pronto soccorso psicologico, parla la psicologa

"La maggior parte dei cittadini si è adattata alle regole - spiega la psicologa Daniela Gianatti, che coordina il servizio -, seppure ci confrontiamo con una situazione straordinaria che comprensibilmente genera difficoltà. L'importante è non negarsi la possibilità di chiedere aiuto. Durante le telefonate cerchiamo di garantire un supporto immediato, ad esempio insegnando esercizi di respirazione per una stabilizzazione emotiva oppure consigliando come occupare i diversi momenti della giornata. In questa situazione - continua la psicologa - dovendo rimanere per l'intera giornata a casa è importante trovare delle attività per abbellirla e renderla più confortevole: in questo modo si occupa il tempo e si possono scoprire nuove passioni"..

Il servizio dell'Asst è stato tra i primi in Italia

Il servizio di supporto psicologico dell'Asst è stato tra i primi ad essere attivato in Italia, tanto che le telefonate inizialmente arrivavano anche dalle zone rosse della Lombardia o dalla Liguria, dalla Germania addirittura. In queste settimane a chiamare sono prevalentemente persone che risiedono in provincia di Sondrio: le conversazioni possono durare pochi minuti o molti di più, esaurirsi in una telefonata oppure proseguire nei giorni successivi. Chi ringrazia, chi approfondisce alcuni aspetti della situazione, chi, semplicemente, ha bisogno di essere confortato e tranquillizzato. Molti sono anche i messaggi di chi pur consapevole di aver bisogno di aiuto preferisce evitare il colloquio con lo psicologo. "Il consiglio che ci sentiamo di dare è quello di stare vicini alle persone anziane che hanno maggiori difficoltà ad adattarsi al cambiamento e che soffrono la rinuncia alle abitudini di sempre - conclude la psicologa Daniela Gianatti -: dobbiamo convincerli che nessuno è immune dal virus, che l'uscita di casa diventa pericolosa perché ci si incontra e ci si parla fino a dimenticare di mantenere la distanza di sicurezza oppure non ci si pensa affatto. Gli anziani sono la categoria più a rischio sia perché la malattia per loro può essere letale sia perché più facilmente tendono a sottovalutare o addirittura a negare la situazione. Gli anziani più difficilmente ci chiamano ma invitiamo figli e nipoti a farlo al posto loro per spiegare la situazione nella giusta maniera e aiutarli a capire e a reagire".

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