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L’allerta contro il bracconaggio è massima
Capriolo morto nel torrente Valle Aprica
Gli animali si sentono più liberi di circolare.
Probabilmente è rimasto investito da un’auto.
Capriolo morto nel torrente Valle Aprica
Un capriolo trovato morto nell’acqua del torrente valle Aprica in località Liscidini è stato individuato dal cacciatore Mathias Negri che ha prontamente avvisato le guardie provinciali che hanno provveduto al suo recupero. L’animale non presentava ferite d’arma da fuoco e quindi è probabilmente stato investito per andare poi a morire nel corso d’acqua. Fatti di questo genere cominciano ad essere all’ordine del giorno nei nostri paesi dato che gli animali selvatici, sentendosi più sicuri vista la minor presenza umana sulle strade, cominciano a uscire di più allo scoperto o addirittura ad attraversare interi paesi passando per le strade principali. Abbiamo anche visto che questo stimola i bracconieri ad entrare in azione, violando ogni tipo di regolamento e anche ogni tipo di divieto in tempo di coronavirus. Quindi la guardia degli addetti ai lavori deve rimanere altissima soprattutto in questo periodo, in cui i furbi spesso si sentono ancora più furbi.
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Cacciatori
L’opinione pubblica spesso mette in croce i cacciatori onesti, che invece sono i primi a controllare il territorio e segnalare situazioni irregolari e sono stati fra i primi a donare una somma consistente ai nostri ospedali per contrastare l’emergenza. L’episodio di Aprica potrebbe presto ripetersi in qualche altro paese del mandamento e di tutta la Valtellina. La speranza di tutti è quella di non trovare però animali feriti da arma da fuoco, perchè sarebbe la prova di un illecito che va oltre ogni senso di responsabilità in un periodo già di per sè molto complicato. Ricordiamo, restando in ambito venatorio, che la sessione di esame per l’abilitazione venatoria prevista il 31 marzo scorso è stata annullata.
