Morire il 26 aprile per mano dei fascisti, storia di resistenza in Valtellina
Il comitato Provinciale dell'Anpi ricorda la figura eroica del carabiniere Edoardo Alessi.
Nell’anniversario della sua morte per mano delle Brigate Nere, non si deve dimenticare la figura del Tenente Colonnello dei Carabinieri Edoardo Alessi. Si farebbe un grave torto alla nostra storia patria, uno sfregio a tutte le centinaia e migliaia di giovani, donne e uomini che, pur di non giurare fedeltà alla Repubblica di Salò, fuggirono sui monti, si armarono e combatterono, aiutati in questo dalla maggior parte della popolazione civile. Ed anche alle migliaia di Carabinieri che in mille modi, direttamente o indirettamente furono protagonisti della Resistenza. Così in un comunicato stampa L’Anpi di Sondrio introduce la storia di Edoardo ALessi, eroe partigiano ucciso a Sondrio il 26 aprile 1945, il giorno dopo la Liberazione. In memoria all'eroe partigiano ogni anno viene celebrata una messa presso la Chiesa di San Rocco, appuntamento che però quest'anno non può essere svolto per l'emergenza sanitaria in atto, l'Anpi sondriese vuole comunque dedicargli un ricordo, sentendolo come dovere che dovrebbe essere di tutti, cittadini ed Istituzioni, militari e civili.
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Resistenza in Valtellina
Dopo l’8 settembre del 1943, Alessi gettò le prime basi del movimento di Resistenza in Valtellina, ponendo in salvo molti uomini politici affluiti nella zona per rifugiarsi in Svizzera. Successivamente, rifiutatosi appunto di giurare fedeltà alla Repubblica Sociale, passò il confine anche lui. Nel febbraio del 1945, su mandato del Comitato di Liberazione Nazionale, assunse, con il nome di battaglia “Marcello”, il comando della prima Divisione Alpina Valtellina di Volontari della libertà. La sua azione era volta ad impedire che la Valtellina diventasse il ridotto dell’estrema sanguinosa difesa dei Repubblichini.
Uccisi il 26 aprile 1945
L’azione di fatto riuscì, ma proprio all’indomani della liberazione di Milano, cioè il 26 aprile 1945 (ma la Valtellina fu liberata dall’ultimo tedesco solo il successivo 3 maggio), il colonnello Alessi ed il suo aiutante sottotenente dell’Aeronautica Militare Adriano Cometti, nome di battaglia "Cesare", furono uccisi in una misteriosa imboscata poco sotto la frazione di S. Anna , in località Gualzi, nel corso di un rastrellamento fascista ad opera delle camicie nere. Il suo aiutante morì per i colpi di mitraglia, mentre lui, ferito, fu finito da un colpo di pugnale. Al funerale, a Sondrio, partecipò una grande folla proveniente da tutta la provincia. Il Governo USA inviò una corona di fiori. Sempre a Sondrio vennero intitolati alla sua memoria la Caserma del Comando Provinciale Carabinieri ed una via cittadina.
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Gli venne concessa anche la medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: "Subito dopo l'armistizio incoraggiò ed organizzò la resistenza patriottica della Valtellina. Chiamato in riunione ufficiale delle Autorità della R.S.I. a formulare diverso e contrario giuramento, con franco ed esemplare ardire e con belle e nobili parole, si rifiutò di mancare alla fede giurata. Strettamente sorvegliato ed in procinto di venire deportato riuscì a riparare in Svizzera, sempre mantenendo contatti con l'organizzazione da lui creata. Rientrato in Italia con retto apprezzamento del dovere assunse il comando delle formazioni partigiane della Valtellina, animandole d'alto spirito, potenziandole militarmente, conducendole ad ardite azioni e dando sempre, nel pericolo, sicuro esempio di coraggio e di decisione. Dirittura, capacità, abnegazione e valore procurarono al suo nome larga e duratura fama in tutta la valle. Nell'esercizio della sua azione, di comando, accompagnato da un solo dipendente, fu aggredito da un forte reparto. Accettata animosamente l'impari lotta, cadde all'alba della liberazione, fronte al nemico e nel nome dell'Italia”. (Colombera di Sondrio 26.Aprile.1945)."