L'iniziativa

“La Montagna a casa”: ecco i film online della settimana

Tante le proposte del Cai in collaborazione con Sondrio Festival.

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Prosegue la rassegna di film online denominata “La Montagna a casa”.

“La Montagna a casa”: il progetto del Cai con Sondrio Festival

Non cala il “sipario virtuale” allestito – in piena “stagione” Covid 19 - dal Club Alpino Italiano in collaborazione con Sondrio Festival, Parco nazionale dello Stelvio e Museo della Montagna di Torino. L’associazione, che a fine 2019 ha registrato quasi 330.000 iscritti e che nel 2023 spegnerà la sua 160° candelina, grazie all’encomiabile iniziativa “La Montagna a casa” in atto da alcune settimane, sta dimostrando, con il dinamismo che la contraddistingue, come il mondo della montagna, facendosi interprete delle difficoltà correlate all’incredibile contingenza, stia reagendo con la forza delle idee, unita a quella della solidarietà. E di quella dell’aggregazione, sia pure a distanza. Anche se tale affermazione può suonare come un apparente ossimoro.
Il progetto nasce con l’intento di tenere accesa, in tempi di “distanziamento personale” e di impossibilità di frequentazione di sentieri e di vette, la fiammella che arde in ogni amante della Montagna costretto alla forzata inattività. L’appuntamento proposto si avvale di una programmazione molto differenziata che si traduce, di settimana in settimana, nella messa in onda - dal martedì alla domenica - direttamente sul canale YouTube del Cai (https://www.youtube.com/user/LoScarponeCAI) di imperdibili documentari, corti, pellicole storiche. Premieres che si possono “gustare” comodamente tra le mura domestiche alle ore 21.00 e anche in replica il giorno successivo alle ore 17.30.
Un’azione, quella del Cai – insita nel suo Dna – a tutti gli effetti anche “educativa”, che contribuisce a veicolare a 360 gradi l’immenso patrimonio sapienziale delle Terre Alte, fatto di storie di donne e di uomini, di ambienti e habitat incantevoli ma altrttanto fragili, di fauna e di flora che hanno fatto della resilienza – sinonimo tanto utilizzato in questi tempi – la conditio sine qua non per la loro stessa sopravvivenza.

“La Montagna a casa”: ecco i film online della settimana

Questa settimana, in locandina una serie di proiezioni che inizia domani, martedì 28 aprile 2020, alle 21.00 con “Cosa c’è sotto le nuvole”, corto realizzato nel 2004 da Alberto Grossi e ambientato in quel frammento di Alpi costituito dalle Apuane. Un documentario che denuncia i disastri ambientali connessi alla massiva estrazione del pregiato marmo, tanto amato (e utilizzato) da Michelangelo.
Montagne … nate dal mare, violentate e distrutte; si calcola che annualmente spariscono oltre un milione e mezzo di metri cubi di montagna, sbriciolata per farne materiale per i sottofondi stradali o per soddisfare la richiesta di carbonato di calcio.

Alle ore 21.30, seguirà “Microcosmo Alta Murgia” di Eugenio Manghi, Annalisa Losacco, Eugenio Balestrazzi, proiettato al Sondrio Festival 2019. Ci imbatteremo nella vastità del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, depositario di un mondo sconosciuto fatto di tanti piccoli esseri viventi: dalle delicate orchidee ai piccoli insetti e invertebrati che lo popolano. Un interessante caleidoscopio di natura, filmato con tecniche speciali di ripresa macro ad altissima velocità e micro-movimenti di camera.

Mercoledì 29 aprile – ore 21.00, passeremo dal calcare delle Apuane a quello delle falesie lecchesi con “Prese libere” (2015), a firma di Nicoletta Favaron. Nel film, voluto dalla Sezione Cai “Riccardo Cassin” di Lecco, il protagonista Marco “Ballera” Ballerini, accompagna tre giovani scalatori in un “viaggio” alla scoperta di alcune delle più belle falesie del lecchese. Gli stessi avranno così modo di incontrare i personaggi che di quei “giardini di pietra” hanno scritto la storia e racconteranno loro anche aneddoti e curiosità.

Giovedì 30 aprile – ore 21.00 “Il primo amore non si scorda mai”, corto del 2019 di Chiara Brambilla dedicato al grande Cassin. La regista, avvalendosi degli splendidi archivi della Cineteca girati da Riccardo Cassin, Carlo Mauri e Fosco Maraini, vuole richiamare – nel titolo stesso - quell’amore “a prima vista” per le montagne che Riccardo Cassin, ancora ragazzo, giungendo a Lecco provò, rimanendone stregato a vita. Il breve filmato narra così anche la magia di un tempo in cui scalare le montagne era pura poesia.

A seguire, alle 21.30, “Alfredo Corti. Alpinista, fotografo, scienziato” (2012), di Andrea Frigerio. Il documentario ci consente di svelare l'importante figura del professor Corti, insigne scienziato e alpinista, sicuramente il maggior esploratore delle montagne valtellinesi di cui fu accurato studioso oltre che descrittore. Socio del Cai Valtellinese dal 1898, aprì un considerevole numero di vie nei massicci del Bernina, del Disgrazia, dell’Adamello e delle Alpi Orobie. Un’attività che si estese pure a gruppi meno conosciuti, come le catene montuose della Val Grosina e delle Alpi Orobie. Nel 1907, Corti entrò a far parte del G.L.A.S.G (Gruppo Lombardo Alpinisti Senza Guide) che in seguito confluirà nel Club Alpino Accademico Italiano. L’anno seguente compì un’attenta e scrupolosa visita nel massiccio dell’Ortles-Cevedale, mentre nel 1913 fu l’ideatore e l’organizzatore della costruzione della Capanna Marco e Rosa De Marchi alla Forcola di Cresta Güzza, appena sotto la vetta del Bernina, a 3600 mslm. Una personalità dalle tante sfaccettature, animato da una forte passione civile e da un grande attaccamento alla sua terra natìa. Ma fu anche un abilissimo fotografo: immortalò le montagne in straordinari scatti, prima con il banco ottico 13x18, poi con la macchina fotografica 9x12, e infine nel formato stereoscopico 6x12. Dopo mezzo secolo, il suo magnifico archivio fotografico - grazie a un lascito dei figli alla Sezione Valtellinese del Cai - è tornato alla luce (www.archiviocorti.it/). Proprio durante il meticoloso lavoro di catalogazione e digitalizzazione del prezioso materiale, è sorta l’idea di far “raccontare” le foto, e con esse le situazioni, le persone ritratte, a un testimone di eccezione, il figlio Linneo – meglio conosciuto come “Nello” e scomparso nel 2017 – compagno del padre in tante escursioni. Una storia raccolta, nell’abitazione romana dello scienziato, dallo scrittore-fotografo-guida alpina Jacopo Merizzi e da Lucia Foppoli, past-president della Sezione Valtellinese del Cai di Sondrio. Il filmato chiude con significative immagini stereoscopiche, da “gustare” con occhiali per proiezione di anaglifi verde/magenta.

Per approfondire questa affascinante personalità della Montagna, si consiglia la lettura del libro “Alfredo Corti. Dall'alpinismo alla lotta partigiana”, scritto dallo storico Raffaele Occhi

Venerdì 1 maggio – ore 21.00 sarà la volta di “La montagna di Ilio” (2017), di Michele Coppari e Francesca Zannoni. Una storia di esplorazione e amicizia, di avventura e amore viscerale per le Pale di San Lucano nelle Dolomiti bellunesi. Montagne ancora selvagge, vertiginose, ma nascoste che faranno da sfondo alle vicende di Ilio De Biasio, alpinista di Cencenighe Agordino, dei suoi fratelli e dei suoi amici.

Sabato 2 maggio – ore 21.30 in onda “L’avvoltoio barbuto” (2019) di Manuel Mateo Lajarin, proiettato alla XXXIII edizione del Sondrio Festival. Il breve filmato, attraverso immagini spettacolari ed esclusive, ci mostrerà il re incontrastato dei cieli sopra i Pirenei che non necessita di correnti d’aria per lanciarsi in volo, riuscendo a navigare i cieli anche nelle condizioni più avverse.
Domenica 3 maggio – ore 21.30 saremo di nuovo in Valtellina, nello spettacolare ambiente naturale del Parco nazionale dello Stelvio con “Stelvio, un parco che vive”, realizzato nel 2014 da Giovanni Peretti. Un film di ambiente, natura, ecologia in cui è il parco stesso che si racconta, in prima persona. Attraverso la “sua” “storia” e le “sue” immagini e l’alternarsi delle stagioni, con una significativa sequenza finale ove saranno gli stessi animali del Parco, dai più grandi ai più piccoli, dai più noti ai più sconosciuti, a fissare negli occhi lo spettatore, stimolando molte riflessioni.

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