Via l’ecomostro per rifare il lago alpino
Il Palazzetto, costruito su un torrente nel periodo della speculazione, costa 100mila euro l’anno solo di energia e riscaldamento.
La proposta ad Aprica.
Via l’ecomostro per rifare il lago alpino
Il Palazzetto sportivo di via Magnolta in Aprica costa al Comune 100mila euro l’anno, di cui l’80% di energia e riscaldamento. Ma questa è solo una voce, diciamo la minima, delle impressionanti spese di manutenzione (e in più ci sono sempre problemi di agibilità). Abbiamo chiesto all’amministrazione di Aprica i dati sulle spese effettive degli ultimi 10 anni lunedì scorso, in modo da scrivere un testo strutturato, ma il superlavoro del Comune in questi giorni non ha consentito - comprensibilmente - agli addetti ai lavori di fornirceli in modo dettagliato. Ma si possono facilmente immaginare. Solo dal 2010 e solo per le spese ordinarie di cui sopra è andato in fumo un milione di euro. Negli anni le varie amministrazioni di Aprica hanno fatto il possibile e l’impossibile per rendere questa abnorme struttura minimamente fruibile, utilizzabile per quel che riguarda eventi, sport, manifestazioni di vario genere. Ma, piscina a parte, rimane una cattedrale sottoutilizzata per i costi che ha, totalmente inadatta agli eventi di spettacolo e marginalmente funzionale anche per lo sport.
Volley e basket
E’ dell’inizio 2020 l’ultimo tentativo targato amministrazione Corvi. All’Aprica arriverà - quando si uscirà da questa terribile situazione relativa al virus - la Zanetti Bergamo. Era stato presentato proprio al Palazzetto il progetto turistico della località che, con il supporto anche della vicina amministrazione di Corteno Golgi, ha deciso stavolta di investire su volley e basket per incrementare i numeri estivi delle presenze turistiche ma anche per veicolare in tutta Italia l’immagine di Aprica e del territorio. Località ad alta vocazione sportiva, l’Aprica è infatti conosciuta soprattutto da sciatori e ciclisti. Così l’amministrazione ha sposato il progetto turistico - sportivo proposto dalla NextComSolution di Andrea Ballan, il manager che è stato artefice dell’approdo in Valtellina del grande volley femminile. Il paese ha investito in questo progetto rifacendo il parquet del Palazzetto (con ulteriori costi), ora in grado di ospitare allenamenti e partite di livello assoluto sia di pallavolo sia di pallacanestro. Punto centrale del progetto è quello relativo all’organizzazione di camp estivi di volley e di basket. E’ stato siglato un accordo tra Aprica e Zanetti Bergamo che prevede che la squadra di volley l’anno prossimo effettuerà parte del ritiro precampionato proprio ad Aprica, disputando anche un’amichevole. Inoltre il team bergamasco organizzerà ad Aprica i suoi camp estivi.
La soluzione esplosione
Bene, sicuramente è un’idea di rilancio in più per una struttura che, oggi più che mai, necessita di una decisione forte. Forse più forte di tutte le stesse amministrazioni comunali che si sono negli anni succedute. Nel luogo dove questo ecomostro - in altro modo non crediamo si possa definire - è stato realizzato, sopra un torrente (in deroga a ogni tipo di legge), prima della sua mastodontica costruzione, c’era un laghetto naturale, creato proprio dal torrente. Un sito ricreativo dove i turisti e gli aprichesi andavano a fare il bagno, senza bisogno di piscine, spogliatoi e bagnini. Allora la domanda sorge spontanea. Sarebbe una decisione tanto folle quella di eliminare, magari con una spettacolare esplosione, questo abominio edilizio costosissimo che negli anni si è rivelato più una spesa che una risorsa, e probabilmente lo rimarrà anche in seguito alla nuova iniziativa del Comune? E nello stesso luogo ricreare quel laghetto che c’era proprio nei tempi in cui Aprica viveva il suo massimo fulgore turistico? Se la cosa si facesse Aprica diventerebbe una delle uniche stazioni turistiche colpite mortalmente dalla speculazione edilizia a eliminare una cattedrale di cemento per restituire spazio alla natura, quella vera.
Ritorno di immagine "green"
Una bomba mediatica, con un ritorno di visibilità e immagine "green" a dir poco internazionale. Noi crediamo che questa scelta, certamente difficile - siamo ben consci dei costi dell’operazione, infatti sarebbe un obiettivo di mandato - e definita impossibile anche dal sindaco Dario Corvi, che abbiamo interpellato in merito, possa essere il vero e proprio là per un rilancio aprichese vero, rappresentato da una scelta certo dura, ma anche epocale. Una di quelle scelte che rimangono nella storia e per cui nell’ultimo mese abbiamo esaltato personaggi aprichesi scomparsi che tantissimo nel tempo hanno fatto per il bene del loro paese. Certo i detrattori ci diranno che verrebbe a mancare la piscina, servizio creduto fondamentale per i turisti. Ma è così fondamentale avere una piscina? Aprica perderebbe turisti senza una piscina? Non renderebbe più felici i villeggianti un lago vero? E poi, non si potrebbe ricostruire una piscina in un luogo più idoneo, con una struttura esterna più piccola ed a minor impatto ambientale, magari in un sito decentrato e fra il verde? E allo stesso tempo eliminare un autentico cementificio ripensando l’ambiente naturale del laghetto e dell’asta del torrente Valle Aprica, troppo spesso dimenticato e abbandonato a se stesso?
La scelta aprichese
Sono domande che gli aprichesi potrebbero farsi, volendo scegliere una linea ecosostenibile per il futuro che ci aspetta (andrebbe indetto un referendum). A noi solo il compito di porle, di suggerire un’idea. Che ovviamente sarà irrealizzabile per chiunque si presenterà alla prossima tornata elettorale... Già lo sappiamo. Ma per noi resta un obiettivo di mandato visionario e controtendenza, finalmente forte e proteso a un vero cambiamento di rotta.