3 milioni di euro per il progetto Transorobiche Occidentali
Ordine del giorno approvato all'unanimità.

Sostenere il Progetto Transorobiche Occidentali attraverso un intervento di recupero della viabilità storica e attraverso la valorizzazione identitaria proprio delle comunità transorobiche. Questo l’oggetto dell’Ordine del Giorno al Bilancio regionale proposto dal consigliere regionale Simona Pedrazzi, approvato all’unanimità durante la seduta odierna.
Progetto importante e unico
“Si tratta di un progetto importante e unico nel suo genere, – spiega Simona Pedrazzi, prima firmataria del provvedimento – del valore complessivo di 3 milioni di euro, che ha l’ambizioso obbiettivo di recuperare le antiche vie di comunicazione tra le sponde lecchesi e quelle valtellinesi delle Orobie. L’idea, è nata grazie all’intuizione di due assessori del comune di Delebio, Gabriele Corgatelli e Daniele Colli, che mi hanno sottoposto un progetto che ho subito colto come brillante e meritevole di attenzione e al quale hanno collaborato tanti professionisti animati da passione e dedizione per il nostro territorio. Un progetto, che si inserisce all’interno di un percorso ben più ampio di sviluppo didattico/turistico/identitario del territorio compreso tra la Comunità Montana di Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera e la Comunità Montana di Valtellina di Morbegno. Un’area che comprende un insieme di Comuni di dimensioni medio-piccole, la cui caratteristica comune è quella, purtroppo, della tendenza allo spopolamento e della riduzione delle iniziative imprenditoriali nelle aree montane a favore di quelle di fondovalle e di riviera. Caratteristiche queste, che la pandemia dovuta al Coronavirus ha contribuito ad accentuare”.
Turismo a tutto tondo
“Obiettivo fondamentale del progetto – prosegue Perdrazzi - in considerazione anche delle Olimpiadi del 2026, è quello di fornire impulso allo sviluppo di un turismo a tutto tondo: sobrio, sostenibile, dolce, ma anche pieno di avventura, grazie alla presenza di numerosi passaggi “audaci” in quota. Un turismo, che permetta pratiche di carattere ricreativo e sportivo, legate alle due ruote, all’escursionismo alpino, all’attività equestre ma anche ad un approccio storico, con itinerari dedicati, grazie alla presenza di molteplici testimonianze del passato. Penso, ad esempio, alla storia mineraria e alle opere militari della Prima Guerra Mondiale. L’intera area di progetto, infatti, fu interessata tra il 1916 e il 1917, dalla costruzione della “Frontiera Nord”, oggi conosciuta anche come“Linea Cadorna”: trincee, casermette, postazioni di tiro e una rete viaria d’alta quota caratterizzano tutt’oggi il paesaggio del Legnone e dei valichi orobici principali”.
“La necessità di una ricostruzione vocativa del territorio rappresenta, inoltre, il punto di partenza per una macroprogettazione in scala sovracomunale e sovraprovinciale in grado di mettere a sistema le numerose peculiarità storico/identitarie del territorio, nonostante le antiche divisioni amministrative, fornendo percorsi turistici dedicati al territorio e alle sue caratteristiche, coerenti con modelli sostenibili, di rispetto dell’ambiente e dei paesaggi.
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Itinerari ampi e sicuri
Grazie all’ordine del Giorno approvato oggi, sarà pertanto possibile realizzare quattro itinerari ampi e sicuri che collegheranno in modo autonomo i paesi orobici attraverso percorsi diversificati per utenze, difficoltà e tematismi. Questi percorsi, denominati appunto “Transorobiche Occidentali”, rappresenteranno le vie di comunicazione principali sulle quali si innesteranno le connessioni secondarie di collegamento tra le stesse, mettendo a sistema i quattro itinerari il cui nome deriva dal valico di scollinamento, vale a dire:
Transorobica Occidentale 1- Legnoncino, che collegherà Colico a Valvarrone;
Transorobica Occidentale-Legnone, che collegherà Delebio a Pagnona;
Transorobica Occidentale 3– Stavello,che collegherà Premana a Gerola Alta;
Transorobica Occidentale 4 –Trona, per il collegamento da Introbio a Gerola Alta.
Potenziare i servizi
Ogni itinerario è servito da rifugi oggi già esistenti ma che verranno potenziati in termini di servizi offerti, tra cui l’assistenza alle due ruote, punti di ricarica e-bike e impianti fotovoltaici, rete gratuita wi-fi, accessibilità per utenti disabili e spazi per l’accoglienza e il ristoro degli equini. Un progetto importante – conclude Pedrazzi – che, grazie allo stanziamento di tre milioni di euro da parte di Regione Lombardia, permetterà di poter conoscere, ammirare e vivere caratteristiche del nostro territorio davvero uniche”.