Scaramellini: "Per la montagna la Zona rossa con lo sci fermo è un disastro"
"Servono aiuti per chi non ce la fa"
Zona rossa, impatto economico, sci fermo. Il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini interviene sulla situazione di incertezza che sta vivendo la Valtellina al pari di tutte le aree montane. Il focus del suo intervento è legato al turismo. E in particolare allo sci fermo. Con le ricadute economiche ch si fanno giorno dopo giorno sempre più pesanti.
Zona rossa, Scaramellini: "Non un lamento, ma un richiamo"
"L'emergenza è sanitaria ma anche economica e per la montagna, che deve rinunciare alla stagione dello sci, la zona rossa e la perdurante situazione d'incertezza significano disastro - scrive Scaramellini in una nota - I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi, scriveva Goethe, ma questo è il momento di far sentire la nostra voce. Non un lamento ma un richiamo affinché chi decide guardi alle possibili conseguenze, perché se in estate ci sono le spiagge da difendere, in inverno ci sono le piste da sci e bloccarle significa chiudere l'intero comparto turistico. Chiusi gli impianti da sci, chiusi gli alberghi, chiusi bar e ristoranti, chiusi i negozi: si blocca l'indotto artigianale e tutti gli stagionali rimangono senza lavoro".
"Non siamo figli di un dio minore"
E prosegue: "Un sistema economico messo in ginocchio che chissà quando e chissà come potrà rialzarsi: siamo seriamente preoccupati e vorremmo che le nostre esigenze fossero considerate. La montagna è un territorio svantaggiato e spesso ci si dimentica che vive di turismo, fermarlo significa decretarne la morte. Tutti siamo preoccupati per questo virus ma vediamo troppe disparità di trattamento: sembra che la salute sia in pericolo soltanto in montagna, dove peraltro gli spazi sconfinati garantiscono un distanziamento automatico. Chiediamo rispetto e attenzione, pari dignità rispetto ad altri territori, per non sentirci figli di un Dio minore".
"Servono aiuti adeguati per chi non ce la fa"
Il sindaco di Sondrio conclude: "Servono provvedimenti speciali per le aree montane che vivono di turismo, aiuti adeguati per sostenere chi non ce la fa adesso e per gettare le basi per la ripartenza. Magari evitando il balletto di aprire e chiudere, di colorare le zone sulla base di dati non aggiornati. Bene ha fatto il presidente Attilio Fontana a sollevare la questione e a chiedere che la zona rossa venga rivista