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Divieto consumazione al banco nei bar: “Incomprensibile sotto il profilo sanitario”

Dura reazione della Fipe attiva all’interno dell’Unione del Commercio e del Turismo

Divieto consumazione al banco nei bar: “Incomprensibile sotto il profilo sanitario”
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"La circolare del 24 aprile scorso, con cui il ministero dell’Interno ritiene che il Dl ‘Riaperture’ vieti ai bar la possibilità di effettuare la somministrazione al banco, è giuridicamente incomprensibile e non ha alcun fondamento di sicurezza sanitaria". - È il duro commento della Fipe attiva all’interno dell’Unione del Commercio e del Turismo.

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Paradosso

L'associazione di categoria continua in una nota diffusa oggi, , 30 aprile 2021:

"Si tratta di un’interpretazione che nessuno si aspettava, considerando che il decreto non esclude espressamente il consumo al banco ma al contrario ha voluto specificare con quali modalità può avvenire il consumo al tavolo (esclusivamente all’esterno fino al 31 maggio). D’altra parte, dopo 14 mesi di blocco delle attività di ristorazione, almeno l’aspettativa di una regolamentazione puntuale non dovrebbe essere tradita: in zona gialla i bar hanno sempre avuto la possibilità di effettuare la somministrazione al banco, anche in virtù del fatto che si tratta di un consumo veloce, che non implica una lunga permanenza all’interno degli esercizi.

In sostanza, stando alla circolare del ministero dell’Interno, la somministrazione al bancone non si potrà fare prima del 1° luglio, mentre a partire dal 1° giugno sarà possibile consumare al chiuso ma al tavolo. Un paradosso giuridico e sanitario".

Attacco al modello italiano

"È un attacco al modello di offerta del bar italiano – dichiara Piero Ghisla, presidente di Fipe Sondrio - che si differenzia da quelli degli altri Paesi, proprio perché basato sul consumo al banco. Un provvedimento punitivo ingiustificato, anche sotto il profilo scientifico sui rischi sanitari che si corrono. Anzi, la scienza continua a sostenere che il rischio di contagio cresce con l’aumento del tempo di contatto. Per dare voce agli oltre 500 bar del nostro territorio, Fipe/Confcommercio di Sondrio si associa alla richiesta del presidente nazionale della categoria Stoppani di un intervento urgente da parte del Mise, perché ormai il tema della salute pubblica non può essere separato da quello della tenuta di un intero settore produttivo".

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