Camoscio ucciso nel Parco dello Stelvio, il Cabs: "Contro il bracconaggio Governo ancora assente"
"Il mondo politico dovrebbe svegliarsi da un pluridecennale torpore e meglio tutelare la fauna selvatica nazionale".
L'associazione antibracconaggio Cabs è intervenuta sul caso del camoscio ucciso nel Parco Nazionale dello Stelvio da due bracconieri poi identificati e denunciati. (LEGGI QUI LA NOTIZIA)
Camoscio ucciso dai bracconieri, le accuse del Cabs
Ad avviso del Cabs, l'associazione di volontari esperti in antibracconaggio, l'intervento dei Carabinieri Forestali e della Polizia Provinciale ha portato alla luce l'ennesimo caso dello strabordante bracconaggio italiano che non si ferma neanche innanzi a un'area protetta così importante. Sempre secondo il Cabs ad agevolare tale situazione vi sarebbe non solo una legge sulla caccia vetusta ma anche una assenza a dir poco preoccupante del Governo nazionale. " Al nostro paese - ha affermato il Cabs - era stata notificata dagli uffici europei l'apertura di un fascicolo EU-Pilot, di fatto una procedura propedeutica a quella d'infrazione; l'accusa era di non difendere abbastanza il proprio patrimonio faunistico. Non sappiamo però come il Governo italiano sia riuscito a convincere Bruxelles a ritirare tale procedura visto che nulla di quanto promesso con un generico Piano nazionale anti bracconaggio, è stato poi attuato". In particolare il Cabs sottolinea come in Italia vigano a tutt'oggi vecchie sanzioni datate quasi ad un quarto di secolo addietro. Sanzioni che non sono state mai aggiornate. Il Cabs raccoglie e fa suo l'invio che le forze dell'ordine ora intervenute rivolgono ai cittadini, ossia di denunciare i fenomeni di bracconaggio ma sottolinea altresì come il mondo politico dovrebbe svegliarsi da un pluridecennale torpore e meglio tutelare la fauna selvatica nazionale.