Un fulmine a ciel sereno, per i difensori della piana Alute. Il Tar nell’udienza pubblica del 16 ottobre (Comitato in difesa dell’Alute e Italia Nostra contro Regione Lombardia e Comune per lo stralcio del progetto tangenzialina) ha prodotto il Decreto regionale n. 10524 che la riprogramma a luglio 2026. Il Comune ha taciuto, ha agito nell’ombra contro i suoi cittadini. “Ora tutti devono sapere della sua doppia faccia”.
Lettera
Si legge nella lettera aperta. “La sindaca Silvia Cavazzi aveva raccontato la storia rassicurante di una tangenzialina sospesa e rinviata a una rimeditazione dopo le Olimpiadi. La verità è un’altra. Gravità della condotta del Comune, che a ridosso dell’udienza, posta di fronte alla nostra contestazione sulla decadenza del progetto scaduti i termini, ha depositato tardivamente il decreto, violando regole processuali. Rivelazione forzata, con cui ha ammesso l’occultamento per mesi di un documento essenziale, reso noto, non per trasparenza, ma estremo tentativo, calcolato, di salvarsi da una sconfitta legale, mai discusso in consiglio; arma legale da usare contro centinaia di famiglie che si oppongono alla devastazione del territorio, e sedarle. Se dal nostro nuovo ricorso, al vaglio del giudice, cui siamo stati costretti, affrontando non poche spese, verrà accertato che il decreto è illegittimo, rivelerebbe una grave scorrettezza di tutti gli enti che ostacolano l’esercizio del diritto di informazione. Che arroganza, dire che un atto di proroga per un’opera di 7 milioni di euro non sia soggetto a trasparenza! Si vuole devastare la piana agricola dell’Alute, classificata dalla stessa Regione corridoio primario della Rete Ecologica Regionale, e vincolata inderogabilmente”. Conclude la lettera aperta. “Chiediamo a Regione e Comune di abbandonare definitivamente il progetto, grave danno erariale, perché non più a servizio delle Olimpiadi. Che tutte le forze politiche, sociali, civili, si uniscano a noi nella difesa del territorio e del diritto a essere governati con onestà”.