Cultura

A Mazzo in scena la caccia alle streghe

A Palazzo Lavizzari il nuovo spettacolo teatrale dell’associazione Ad alta voce tratto dal romanzo di Peretti.

A Mazzo in scena la caccia alle streghe
Pubblicato:

A Palazzo Lavizzari, a Mazzo, è andato in scena venerdì 1 marzo il nuovo spettacolo teatrale dell’associazione Ad alta voce, Giacomina, l’anima sua e il diavolo, tratto dall’omonimo romanzo di Giovanni Peretti. La suggestiva Sala degli stemmi, gentilmente messa a disposizione dal sindaco, era gremita di spettatori prenotati, tanto numerosi che alcuni hanno deciso di accomodarsi a ridosso dello spazio scenico, allestito in modo suggestivo nel centro della sala, fra due ali di pubblico. La storia di Giacoma, interpretata da una emozionante Cristina Turella, ha catturato i presenti, riportandoli alle atmosfere cupe del Seicento, in piena "caccia alle streghe"; l’azione scenica, il cui copione la sceneggiatrice e regista Roberta De Devitiis ha interamente tratto dalle pagine del romanzo, è dominata dal gruppo delle donne del paese, che con le loro parole costruiscono, sottile ma fitta, la trama dell’accusa di stregoneria per la povera Giacomina, erigendo un muro che le parole commuoventi ‘mi sun da bèn’ - ripetute dalla poveretta come un drammatico ritornello - non riescono a scalfire.

Donne

Proprio le donne, con il loro crescendo di dicerie e di pettegolezzi, inizialmente innocenti, costruiscono un vortice, reso sempre più incalzante dalle coreografie di Federica Esposito e ritmato dall’accompagnamento musicale di Jos Olivini e Clara Luiselli; e dallo stesso vortice loro stesse verranno travolte, barattando il grembiule bigio e la cuffietta con un ruvido saio da penitenti. Significative anche le due figure maschili, un inflessibile governatore, ciecamente ed ostinatamente responsabile delle torture inflitte per far emergere la diabolica verità, ed un inquisitore colto, attento ed infine travolto dalla situazione e dalla sua stessa umanità. Uno spettacolo intenso e coraggioso, che porta in scena vicende antiche e, ci sia augura, superate ed archiviate. Tuttavia, fra gli spettatori tenuti col fiato sospeso dalla bravura di tutto il gruppo, molti si sono chiesti se non vi siano anche oggi, senza corna e forconi, i diavoli della diffidenza del pregiudizio ad avvelenare ancora la coscienza e la vita degli uomini.

Seguici sui nostri canali