Valfurva

Addio all’amatissima Clelia Alberti

E’ stata un esempio di bontà e impegno massimo nell’ambito del sociale.

Addio all’amatissima Clelia Alberti
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Con il riserbo che l’ha sempre contraddistinta, se ne è andata in silenzio Clelia Alberti, vedova Dei Cas, 86 anni, esempio di come la bontà dell’amore potesse coesistere con la forza più profonda, fisica e spirituale. Sposata con Oliviero, mancato nel 2020, per 64 anni, la sua eredità sono i figli Ruggero, Giorgio, Silvia, Patrizia, Edoardo, 14 nipoti, 10 pronipoti: il seme ha dato frutto. Rispetto a oggi, quando le donne sempre più si realizzano in professioni di spicco, lei era una antesignana. Tutta le comunità le è grata; in alternanza con gli impegni famigliari, fu bidella delle scuole elementari; impegnata su più fronti, la sua arma vincente: dolcezza disarmante e sorriso, con cui tutto otteneva. Grazie alla sua autorevolezza e apertura al sociale, fu tra le fondatrici dell’associazione anziani Alta Valle e presidente della sezione Valfurva per 15 anni; tra le fondatrici e prima presidente della fondazione Amazzoni, donne operate al seno, per le quali era attiva al centro ascolto di Tirano una volta a settimana che raggiungeva con la sua Panda; ad accarezzare la bara, Clelia ha voluto il foulard delle Amazzoni, segno di quanto fosse loro legata.

Volontariato

Le sue azioni di volontariato non si contano: animatrice in Casa di riposo, volontaria al Museo Vallivo, in cui prediligeva illustrare alle scolaresche come si faceva il pane. Era difficile trovarla libera, poteva essere nel suo variopinto giardino tra i fiori, a ricevere energie e lodare il Creato. Così i figli. "Sentiamo la sua grandissima forza e volontà, seguiamo le orme dei valori della solidarietà. Ci diceva: andate, fate per gli altri, non aspettatevi niente. Il nostro sollievo, esserle stati accanto, curandola amorevolmente. Dedicava il tempo alla famiglia e agli altri, si è sacrificata; suo grande rammarico, non avere potuto studiare, pur avendo i numeri". Si è impegnata, ha avuto soddisfazioni, raggiunto obiettivi, essere benvoluta da una comunità riconoscente. Dice don Mario Bagiolo. "La andavo a trovare, era lei a farmi la predica, consigliandomi soprattutto nei confronti dei giovani". Gratitudine al personale del servizio domiciliare di cure palliative dell’ospedale Morelli di Sondalo.

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