Approvata la legge regionali sulle Unità Spinali: il Morelli è uno degli ospedali di riferimento
In Lombardia ci sono attualmente tre unità spinali per 74 posti letto totali: 36 all’ospedale “Niguarda” di Milano, 26 al “Morelli” di Sondalo e 12 presso il presidio di Mozzo del “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo.
Una legge regionale sulle Unità spinali che mette al centro l'ospedale Morelli di Sondalo insieme ad altri due presidi ospedalieri di eccellenza della Lombardia. E' quella approvata oggi, martedì 29 novembre 2022, dal Consiglio regionale.
Approvata la legge regionali sulle Unità Spinali: 26 posti al Morelli
La legge intende sviluppare l’assistenza alle persone con paralisi, traumatica e non traumatica, e definisce le caratteristiche delle unità spinali, i reparti in cui vengono curate le persone con lesione midollare. In Lombardia ci sono attualmente tre unità spinali per 74 posti letto totali: 36 all’ospedale “Niguarda” di Milano, 26 al “Morelli” di Sondalo e 12 presso il presidio di Mozzo del “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo.
Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, la Giunta regionale definirà, secondo il fabbisogno regionale, l’incremento di dotazione complessiva di risorse e posti letto delle Unità Spinali lombarde già attive e punterà a creare “la Rete fra Unità Spinali e Strutture riabilitative del Territorio (RUST)”, individuando modelli di percorso assistenziale e presidi del territorio per garantire i servizi necessari alla persona con lesione al midollo spinale, anche in seguito alle dimissioni ospedaliere.
E' frutto di un impegno bipartisan
Il provvedimento è stato illustrato in Aula dalla relatrice e Presidente delle Commissione Affari istituzionali Alessandra Cappellari (Lega).
“La legge - ha detto - dà impulso alla rete territoriale per le Unità spinali potenziando la legge sanitaria lombarda –ha dichiarato Cappellari-“Il documento riconosce come eccellenze quelle esistenti e ne definisce i campi di intervento in modo che le persone possano trovare risposte e cure adeguate per traumi che richiedono un’equipe multidisciplinare specializzata a sostegno del paziente”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal Vice Presidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti, tra i proponenti del progetto di legge, che ha ricordato come “con l’approvazione di questa legge diamo una speranza in più di assistenza, di cura e di accompagnamento per una vita piena alle persone con una lesione al midollo che, da oggi, avranno una possibilità in più di presa in carico sul territorio e non soltanto nelle tre unità spinali esistenti. La rete territoriale consentirà l’assistenza anche dopo la fase acuta di ospedalizzazione, nel corso della vita, nei casi di cronicità o di riacutizzazione e con un’attenzione in più che, all’aspetto prettamente sanitario, affianca ora anche quello sociale, d’intesa con i Comuni, l’associazionismo e le famiglie”.
Il testo finale è frutto di un impegno bipartisan che ha visto, all’interno di un apposito gruppo di lavoro, anche la partecipazione e i contributi dei Consiglieri Michele Usuelli (+Europa), Elisabetta Strada (Azione), Gregorio Mammì (M5Stelle), Ruggero Invernizzi (FI), Marco Mariani (Lega), Viviana Beccalossi (Misto), Marco Fumagalli (M5Stelle) e Patrizia Baffi (FdI).
La legge prevede anche progetto un riabilitativo individuale
La legge definisce anche la possibilità di individuazione di un progetto riabilitativo individuale finalizzato al recupero della massima autonomia compatibile con il livello di lesione e con la situazione clinica generale del paziente, con il coinvolgimento di professionisti dell’area sanitaria e psicologica, oltre a un gruppo multidisciplinare di medici costituito da fisiatri, anestesisti, neurofisiologi, neurologi, urologi, andrologi, ginecologi, infermieri, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti con competenza nella disfagia, assistenti sociali. Un’assistenza mirata che deve gestire il recupero, ove possibile, di molte funzioni: neurologica, cognitiva e psico-affettiva, complicanze muscolo scheletriche, ma anche aspetti riguardanti l’attività sessuale, la fertilità e il supporto alla gravidanza. Attenzione specifica viene posta anche per pazienti in età pediatrica.